Migranti, l'Europa preme per i rimpatri. Michel: "Cercare soluzioni senza paura"

La Francia vuole accelerare i rimpatri in Marocco e creare patti con i Paesi terzi, quelli di origine e di transito per fermare l'immigrazione. Metsola: "Intensificare il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione"

Immagine di repertorio
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L'Europa ha bisogno di non fare entrare e, di conseguenza, di far uscire chi non ha diritto alla protezione internazionale. Questo è l'orientamento che si sta delineando nei palazzi dell'Unione, dove la maggior parte dei Paesi hanno capito che le politiche migratorie idealiste sono utopiche e, soprattutto, controproducenti. Avere in Europa persone che non hanno diritto di asilo implica necessariamente una minore possibilità di aiuto per chi realmente ha bisogno di una tutela ed è questo il concetto che anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, ha espresso parlando alla Camera dei Deputati durante la commemorazione di Alcide De Gasperi.

"Dobbiamo destinare le risorse a chi ne ha veramente bisogno, intensificando il rimpatrio dei richiedenti asilo che non hanno diritto alla protezione e che possono essere rimpatriati rapidamente, e in sicurezza", ha spiegato il presidente Metsola. Un concetto molto semplice che il governo di Giorgia Meloni da due anni cerca di mettere in pratica, nonostante gli ostacoli che vengono messi davanti da chi ancora predica l'immigrazione indiscriminata. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, interagendo con la newsroom delle agenzie europee, interrogato sul patto Italia-Albania ha dichiarato di non voler interferire in un accordo bilaterale e nel dibattito interno che riguarda l'Italia. Tuttavia, ci ha tenuto a sottolineare che l'Europa non dovrebbe "aver paura di cercare modi operativi, modi concreti, per essere più efficaci in termini di gestione della migrazione da un lato e, dall'altro, per garantire che ciò è in linea con il diritto internazionale".

Nel frattempo, mentre l'Italia si trova bloccata per la decisione del tribunale di Roma, contestata a più livelli, la Germania effettua respingimenti ai confini, arrivati a quota 1000 in un mese. Dal 16 settembre al 20 ottobre, sono stati rilevati circa 1.700 ingressi non autorizzati e scoperti circa 30 trafficanti. Secondo il ministero degli Interni, da metà ottobre 2023 al 20 ottobre 2024 ci sono stati circa 33.000 respingimenti e circa 57.000 ingressi non autorizzati. Inoltre sono stati arrestati circa 1.400 trafficanti. La Francia, invece, lavora per i rimpatri in Marocco. Il ministro dell'Interno francese, Bruno Retailleau, intervistato dall'emittente France Inter, ha annunciato una visita "in Marocco la prossima settimana insieme al presidente della Repubblica perché si tratta di un grande Paese amico, e penso che si possa accelerare un certo numero di riammissioni e di rimpatri, dato che il Marocco è un Paese sicuro".

L'Italia, ha proseguito Retailleau, "ha ottenuto risultati non solo grazie al governo di Giorgia Meloni, ma anche grazie all'Europa, grazie ad accordi come quello con la Tunisia, la Libia, in misura minore con l'Egitto". Con questi accordi, ha proseguito, "si è ottenuta una riduzione dei flussi irregolari del 64%. Quello che ha fatto l'Ue con la Tunisia si può fare con altri Paesi, l'obiettivo è ridurre i flussi degli ingressi". La Francia, ha concluso, nominerà dei "missi dominici" allo scopo "di fare accordi bilaterali con i Paesi terzi, i Paesi d'origine, di transito, nonché dove possibile all'interno di un quadro europeo".

Una conferma che l'Italia sta facendo scuola in Europa, risvegliandola dal torpore di anni in cui si è semplicemente subito senza agire. Gli ostacoli maggiori questo governo li sta trovando nelle opposizioni interne, mentre i governi esteri prendono nota.

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