Dal Brasile, dove è in corso il G20, arrivano i primi segnali distensivi per la formazione della prossima Commissione europea e a lanciarli è il premier spagnolo, Pedro Sanchez, che in conferenza stampa lancia un "pizzino" piuttosto chiaro ai suoi alleati del Partito democratico del gruppo dei socialisti: niente barricate per interessi di partito. Il premier spagnolo, infatti, ha dato il suo endorsement a Raffaele Fitto, proposto da Giorgia Meloni, al centro di una disputa che vede il Pd di traverso per il solo motivo che il candidato alla vicepresidenza è un esponente in area Fratelli d'Italia. Fitto è inserito anche in un contesto di veti incrociati che coinvolge la vicepresidente spagnola Teresa Ribera.
"I trattati europei stabiliscono che tutti gli Stati membri hanno diritto ad avere un commissario", ha ricordato Sanchez, spiegando che "bisogna rispettarlo ed è quello che fa la famiglia socialdemocratica europea". Un richiamo nei ranghi poderoso per il partito di Elly Schlein, che finora ha fatto i capricci ed è stato redarguito nelle scorse ore anche da Mario Monti e Romano Prodi, che hanno sottolineato come Fitto sia un candidato di alto profilo. "Non si tratta di rivedere una linea rossa", ha spiegato ancora Sanchez, rispondendo ai giornalisti e aggiungendo che quel che chiedono gli spagnoli è di "compiere l'accordo moderato raggiunto in estate tra le tre famiglie pro-europeiste". In questo contesto, ha aggiunto, "abbiamo appoggiato tutti i candidati del Partito popolare europeo e chiediamo reciprocità".
Fonti del governo spagnolo sentite dalle agenzie prima che parlasse Sanchez hanno spiegato che "l'Ue non può permettersi di essere miope nel delicato contesto geopolitico in cui si trova. La decisione da prendere non è 'se Ribera o Fitto': la decisione strategica è quella di raggiungere un consenso che protegga l'Europa in uno scenario internazionale particolarmente pericoloso".
Nel frattempo, nella giornata di oggi Fitto è stato al Parlamento europeo dove ha incontrato bilateralmente i coordinatori della commissione per lo Sviluppo regionale (Regi), chiamata a esaminare la sua nomina. Non ci sono stati per il momento commenti da parte del Partito democratico, messo con le spalle al muro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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