Ue, caccia all'ultimo voto per Ursula

Negoziati al rush finale in vista della plenaria per la conferma di von der Leyen. Pericolo Verdi

Ue, caccia all'ultimo voto per Ursula
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È caccia all'ultimo voto per Ursula Von der Leyen (nella foto) in vista della plenaria dell'europarlamento di giovedì in cui si voterà la sua ricandidatura a presidente della Commissione Ue per raggiungere la soglia fatidica di 361 necessaria ad ottenere la maggioranza. I prossimi giorni saranno decisivi per definire i nodi ancora da sciogliere a cominciare dal dossier italiano. Giorgia Meloni gioca una partita delicata per riuscire a ottenere una casella di peso per l'Italia collegando il sostegno dei 24 europarlamentari di Fratelli d'Italia a Ursula Von der Leyen con la trattativa in corso per il commissario italiano. La richiesta della premier è un commissario di peso in ambito economico (quattro sono le deleghe su cui sta lavorando Roma: affari economici e bilancio, concorrenza, mercato interno) e la vicepresidenza della Commissione Ue, possibilmente esecutiva. Il nome più quotato per ricoprire l'incarico di commissario italiano è quello di Raffaele Fitto sia per il rapporto che ha costruito con la Von der Leyen vista la sua delega alla gestione del Pnrr sia per le ottime relazioni con i popolari.

Non a caso Antonio Tajani ha affermato che «nella prossima Commissione europea l'Italia deve avere un commissario esperto che conosca i meccanismi dell'Ue e le persone a Bruxelles: per questo motivo Raffaele Fitto sarebbe un'eccellente scelta» aggiungendo che «Fitto sarebbe sicuramente un commissario che passerebbe l'audizione».

L'unico punto interrogativo riguarda la figura da individuare per sostituirlo vista la delicata delega di cui si occupa da ministro. Ogni decisione è in ogni caso rimandata a martedì quando si terrà la riunione tra la Von der Leyen e la delegazione dell'Ecr per definire quale sarà il voto della delegazione di FdI. In questa occasione i conservatori avanzeranno le proprie richieste partendo dal presupposto, come ricordato dal co-presidente Nicola Procaccini, che «a differenza del 2019 la Commissione, emanazione dei governi nazionali, sarà per forza più orientata verso il centrodestra rispetto a cinque anni fa. La piattaforma programmatica di chi vuole farsi confermare presidente della Commissione non può essere distonica. Invece ha molte ambiguità».

Per essere sicura della rielezione ed evitare scherzi dai franchi tiratori nel voto a scrutinio segreto, la Von der Leyen deve allargare il perimetro della sua maggioranza composta dai popolari, dai socialisti e dai liberal di Renew, per questo il pacchetto di voti di Fratelli d'Italia le sarebbe molto

utile. A maggior ragione perché un accordo con i 53 europarlamentari dei verdi potrebbe generare non pochi malumori nelle componenti di centrodestra dei popolari anche alla luce delle richieste di ambientalismo ideologico avanzate dai verdi nel loro incontro con la Von der Leyen di questa settimana.

Chi di certo non la voterà è il gruppo dei Patrioti a cui appartiene la Lega ma Matteo Salvini ha escluso ripercussioni sul governo per il diverso posizionamento dei partiti di centrodestra in Europa: «c'è una parte del governo che sostiene il bis di Ursula Von der Leyen. Secondo me i danni fatti dalla commissione uscente sono gravi, quindi è evidente che non possiamo sostenerla, ma per quel che riguarda il governo italiano hic manebimus optime.

Ci hanno chiesto di governare per cinque anni e noi per cinque anni governeremo, al meglio delle nostre possibilità».

Trasversale è invece il consenso per Roberta Metsola che martedì, salvo sorprese, sarà rieletta presidente del parlamento europeo.

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