"Vergogna Europa". Ora le Ong vogliono pure scegliersi il porto che più gli piace

Nemmeno il porto di Taranto piace alle navi delle Ong, che vorrebbero sbarcare i migranti esclusivamente in Sicilia e in Calabria

"Vergogna Europa". Ora le Ong vogliono pure scegliersi il porto che più gli piace

La nuova strategia del governo in materia di gestione dei migranti sta funzionando e lo confermano le stesse polemiche che, di giorno in giorno, vengono sollevate dalle Ong. L'ultima alla quale la sinistra e le organizzazioni non governative si stanno attaccando riguarda la scelta dei porti da parte dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Abituati ad avere sempre e solo porti in Sicilia, al massimo in Calabria, ora che il governo sta alleggerendo la pressione sulle regioni meridionali assegnando anche porti diversi.

Una scelta che obbliga le Ong a percorrere distanze maggiori se non vogliono rifiutare il porto aperto dall'Italia, che sembra essere l'unico Paese del Mediterraneo obbligato a sottostare alle imposizioni delle organizzazioni non governative. Ma da Roma ora si è finalmente deciso di non lasciarsi trasportare dall'inerzia della prepotenza delle organizzazioni civili, che finora hanno dettato il bello e il cattivo tempo. E nel momento in cui un governo italiano ha deciso di far valere il suo ruolo, mettendo in atto una strategia ragionata e mirata, iniziano le lamentele. L'ultima in ordine di tempo arriva dalla nave Rise Above, una delle tante che batte bandiera tedesca e che opera nel Mediterraneo centrale. Nelle ultime ore è stata fatta sbarcare a Taranto tra le proteste.

"Tutti loro avrebbero potuto essere al sicuro sulla terraferma molto tempo fa, ma la nuova tattica di inviare le Ong nell'estremo nord lo impedisce. Vergognati Europa", dicono dalla organizzazione non governativa che gestisce la nave. Ora, se la geografia non è un'opinione, definire Taranto "estremo nord" appare quanto meno come una forzatura, un ridicolo tentativo propagandistico rivolto a chi, al di fuori dei confini italiani, ha poca dimestichezza con la localizzazione dei porti del nostro Paese. E se anche la lamentela della Ong fosse stata su larga scala, riferendosi alle due navi che hanno ottenuto il porto di Livorno, risulterebbe comunque come una forzatura.

E se proprio Livorno non era un porto gradito perché lontano, perché le Ong non lo hanno rifiutato inviando la domanda di sbarco alla Francia? La Corsica ha almeno due porti di dimensioni adeguate ad accogliere navi di quella stazza sul suo versante orientale, quello che le navi hanno costeggiato per raggiungere il porto toscano. Ancora una volta è stato dimostrato che, evidentemente, non è un mero porto sicuro quello che vogliono le Ong ma un porto in Italia che sia facilmente raggiungibile dal Mediterraneo centrale, forse per utilizzare meno carburante possibile.

Perché far leva sul maggiore tempo necessario alla navigazione non regge: spesso i migranti vengono costretti a trascorrere giorni e giorni in mare sulle navi delle Ong mentre queste restano in attesa di altri barchini, prima che venga fatta richiesta di un porto.

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