Europei, forza Grecia Germania fuori dall'euro

Domani sera alla PGE Arena di Danzica l’undici di Fernando Santos affronterà la Germania. Il ct Loew ai affretta a rassicurare: "La politica non c'entra niente". Ma in molti sperano in un upgrade insperato. Sugli spalti anche la Merkel, uscita con le ossa rotte dal G20 di Los Cabos. E molti in Europa iniziano a tifare duro per la squadra greca. E voi, da che parte state?

Europei, forza Grecia Germania fuori dall'euro

Il ct Joachim Loew continua a ripeterlo come un mantra: "Per me è un quarto di finale come tutti gli altri, e della Grecia in questo momento voglio vedere solo l’aspetto calcistico e sportivo". Eppure quella di domani sera tra la Germania e la Grecia, in campo alle 20:45 alla PGE Arena di Danzica, è qualcosa di più di un quarto di finale degli europei. Un match che rievoca un altro scontro, quello fra Berlino e Atene per il rigore dei conti pubblici e i piani di austerity per abbattere il debito ellenico.

Nel ribattezzato G8 degli europei di calcio, il destino vuole che ci sia posto a tavola anche per il Paese più in crisi di Eurolandia, che domani serà cercherà un upgrade insperato: entrare nell’elite del calcio continentale che conta e - soprattutto - mandare in default la grande favorita della rassegna continentale. E questo nei giorni in cui si decide il futuro della moneta unica. Tuttavia, gli undici di Fernando Santos che si preparano ad affrontare la Germania preferiscono pensare al calcio evitando ogni sorta di interpretazione "politica". "Non siamo qui per parlare di politica, siamo qui per giocare a calcio, tutti conosciamo la crisi che sta attraversando il nostro Paese - ha detto il vice capitano Kostas Katsouranis - ma la cosa più importante per noi è indossare la nostra maglia, la nostra bandiera e giocare per la squadra". Eppure in Italia, come in tutta Europa, è un continuo schierarsi. A favore della Grecia. Tifo duro, dunque.

Alla cancelliera Angela Merkel, che domani sera sarà sugli spalti a Danzica (per essere presente ha addirittura chiesto, e ottenuto, un anticipo del vertice romano con Monti, Hollande e Rajoy), fischieranno le orecchie. Paradosso dei paradossi: il capo del governo tedesco si troverà di fronte un omonimo del neopremier greco, il 30enne attaccante Giorgos Samaras. Se nei giorni scorsi al G20 di Los Cabos i Grandi della Terra hanno definitivamente bocciato il rigore calvinista che la cancelliera tedesca ha voluto imporre a tutta l'Europa. A nessun Paese vanno più a genio quelle dure politiche improntate sull'austerity. Anche la stampa tedesca, nei giorni scorsi, ha scritto di questo isolamento in cui è stata gettata la Merkel che fino a pochi mesi fa se la rideva insieme all'ex presidente francese Nicolas Sarkozy.

D'altra parte, sin dai primissimi tempi, con l'avvento del trattato di Maastricht, come spiegava nei giorni scorsi l'ex ministro Renato Brunetta, l'economia tedesca ha iniziato subito a "lucrare su un cambio strutturalmente 'sottovalutato' e sul conseguente aumento esplosivo delle sue esportazioni nel resto dell’area euro, a scapito di tutti gli altri Paesi". Una sorta di dividendo che la Germania ha subito capitalizzato anche oltre il dovuto e contro gli altri Paesi del Vecchio Continente. "Si è creata in tal modo una sorta di bolla dal dividendo egoistico di Maastricht, in cui tutti lucravano sulla moneta unica - continuava Brunetta - il bengodi è durato dall’introduzione dell’euro nel 1999 fino a ottobre 2009, quando la Grecia ha fatto scoppiare la bolla". Alle prime minacce di default la Merkel ha reagito in maniera insufficiente e miope: austerity, punizioni e ricatti. La conseguenza? La speculazione è andata all'attacco dei titoli di Stato dei famosi Pigs trasformando il Bund tedesco nel titolo "rifugio" per eccellenza. Da quel momento ha avuto inizio l'egemonia (politica ed economica) tedesca sull'intera Eurozona. Adesso, però, ai quarti di finale la Grecia cerca il riscatto.

Dai mercati finanziari al campo di calcio il passo è davvero breve. I siti greci rievocano l’epica battaglia delle Termopili tra lo sparuto esercito greco e l’impero persiano. A Roma i parlamentari italiani hanno già deciso da che parte stare: in molti si sono schierati apertamente con la Grecia e contro la Germania. "Io sto per definizione con il più debole", fa sapere Antonio Di Pietro. Perfettamente d'accordo il pdl Maurizio Paniz.

"Io tifo per la Germania - controbatte il Pd Mario Adinolfi - mi da anche un po' fastidio questa retorica buonista pro-Grecia". Ma Guido Crosetto insiste: "Tifo Grecia perchè hanno bisogno di una bella vittoria". E voi, da che parte state?

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