Eutanasia per Barbaro, re del galoppo

Non c’è stato il lieto fine nella storia strappalacrime di Barbaro, il cavallo zoppo che ha commosso l’America e il mondo intero. Il fuoriclasse del galoppo a stelle e a strisce è stato sottoposto ad eutanasia. L'eroe del Kentucky derby non ce l'ha fatta a recuperare dal grave infortunio subito nelle Preakness Stakes lo scorso 21 maggio. Dopo cento metri della classicissima yankee il fantino di Barbaro aveva sentito il «crack» sinistro della zampa che si spezzava come un ramo staccato dal fulmine e il dramma si consumava inesorabile davanti ai 118mila spettatori dell’ippodromo del Maryland e ai 50 milioni di americani incollati davanti alla tv. Per salvarlo era stato tentato un disperato e costosissimo intervento: la zampa posteriore destra era infatti fratturata in ben tre punti e sono state necessarie 23 viti fissate su una lastra di metallo, frutto di un'operazione durata otto ore e condotta da Dean Richardson del George D. Widener Hospital for Large Animals dell'Università della Pennsylvania con l’aiuto di 6 colleghi chirurghi. «Eravamo arrivati ad un punto in cui era difficile per lui continuare ad andare avanti senza dolore», ha spiegato Roy Jackson, uno dei proprietari. «È stata la decisione giusta, era la cosa giusta da fare». Una serie di complicazioni, inclusa una laminite allo zoccolo posteriore sinistro e un ascesso in quello posteriore destro, hanno fortemente provato la tenuta fisica del baio che era stato sottoposto ad un nuovo intervento. In caso di esito positivo della degenza postoperatoria Barbaro avrebbe potuto cominciare la carriera di riproduttore. Al cavallo, comunque, non è mancato il supporto dei suoi fan che otto mesi fa, all'uscita della sala operatoria, lo accolsero con mazzi di carote e rose, mele e cartelli con la scritta «We love you».
Nel fine settimana c’era stato l’intervento chirurgico, ma le condizioni di Barbaro erano ulteriormente peggiorate.

Da qui la triste, ma inevitabile, decisione di abbatterlo. Su queste colonne, nel tradizionale paginone degli sportivi eroi del 2006, gli avevamo attribuito il titolo per l’ippica, senza immaginare che i suoi giorni erano contati.

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