Evaso killer stupratore, paura a Firenze

da Firenze

È riuscito ad evadere da un’ambulanza scortata da sei agenti di polizia penitenziaria in un autogrill affollato dal popolo dei vacanzieri in partenza per il Ferragosto. L’albanese Ilir Paja, 34 anni e un curriculum criminale di tutto rispetto che vanta un paio di omicidi, una violenza sessuale e un paio di fughe rocambolesche con tanto di ostaggi, ieri mattina è riuscito a fare perdere le tracce nelle campagne di Reggello che si stendono intorno all’Autostrada del Sole. Non sono riusciti a fermarlo neppure i colpi di pistola sparati in aria dagli agenti che l’hanno inutilmente rincorso.
Ilir Paja, soprannominato «Ufo», è uno che di evasioni se ne intende. Non è la prima volta che lo fa e chi l’ha conosciuto dice con certezza che non sarà neppure l’ultima. È uno che non si è mai rassegnato alla dura vita da carcerato. Nel giugno dell’anno scorso nel carcere di Perugia ha firmato un’evasione da manuale: ha annodato delle lenzuola ed è scappato durante l’ora d’aria, riuscendo a scavalcare uno dei muri del cortile. Allora scavalcò un muro di otto metri, ieri è uscito indisturbato da un’ambulanza con lo sportello semiaperto è stato quasi un gioco da ragazzi. Lo stavano trasportando dal carcere di Livorno a quello di Carinola, Caserta. C’erano due auto della polizia penitenziaria con quattro agenti e altri due uomini in divisa sull’ambulanza. Probabilmente era senza manette. Durante la sosta nell’area di servizio, mentre gli agenti facevano i turni per andare in bagno, ha finto un malore. Il capoturno che era rimasto con lui sull’ambulanza si è avvicinato e lui l’ha colpito con un pugno alla testa. Un attimo dopo è schizzato fuori, ha scavalcato la rete di recinzione dell’area di sosta, facendo un volo di tre metri, e si è lanciato lungo la rete ferroviaria. Lo hanno inseguito e un agente l’ha anche placcato. Ma lui, pur essendo scalzo, è stato più veloce di tutti è riuscito a sgusciare via lasciando per terra la tuta che indossava.
L’albanese quella fuga la stava organizzando da mesi. Il 22 luglio era arrivato a Livorno per fare alcuni accertamenti nel reparto di osservazione psichiatrica. Ieri mattina doveva rientrare a Caserta. Durante la degenza a Livorno era come in trance, raccontano. Non parlava più, non si muoveva, viveva in uno stato quasi vegetativo. Per questo era stato deciso di mandarlo a fare gli accertamenti a Livorno. Ilir il furbo stava solo lavorando al suo futuro. Quando evase era stato arrestato da quattro mesi grazie a un’inchiesta su una banda di albanesi specializzati nello spaccio di droga e nella prostituzione. Già in quell’occasione emerse il temperamento dell’albanese: venne bloccato dopo un movimentato inseguimento. Sull'evasione sta indagando la squadra mobile mentre l'amministrazione penitenziaria ha aperto un'inchiesta interna.

Ieri per tutto il giorno è stata organizzata una gigantesca caccia all’uomo con elicotteri e unità cinofile. Polizia e carabinieri hanno battuto campi e casolari abbandonati ma dell’albanese scalzo e seminudo che è riuscito a beffare per la seconda volta gli agenti nessuna traccia.

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