Dopo essersi fatti conoscere a Sanremo, essere stati chiamati a lavorare alle colonne sonore di importanti film (da «Lei mi parla ancora» di Pupi Avati, all'ultimo «Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza» di Elisabetta Sgarbi), dopo i concerti non solo in tutt'Italia ma anche in Francia, Usa e Germania, per la prima volta oggi gli Extraliscio, guidati dalla follia polistrumentale di Mirco Mariani, si esibiranno sul palco jazz del Blue Note in formazione da club (ore 20,30), ora con una scaletta pensata per questo unico concerto. La parola a lui, al leader della band.
Mirco Mariani, Extraliscio al Blue Note: quanto c'è di jazz nella vostra musica?
«Per questo evento ho scelto un canovaccio di brani che si prestano, strutturalmente più aperti e una formazione bizzarra; stavolta siamo in quartetto, senza batteria; il chitarrista fa un po' da batterista».
Programma di sala: che cosa suonerete?
«Da Bianca Luce Nera a La nave sul Monte, passando per Amarsi come una regina e Capelli Blu; e brani del nuovo album. Ho scelto pezzi più plasmabili adatti per differenziarci rispetto alla formazione più allargata. Canzoni che possono durare un minuto come dieci».
Piccolo grande bilancio del tour che si conclude.
«È stata la tournée più bella mai fatta da Extraliscio. L'anno scorso dopo Sanremo la gente doveva capire che cosa stavamo facendo, ora la conferma. In Germania siamo stati ingaggiati con doppio contratto, il giorno stesso».
Poi i risultati discografici, l'ultimo «Romantic Robot»...
«L'orchestra ha suonato, poi diventando invisibile; questa è la parte romantica. Un disco arrangiato da Roberto Molinelli, alla fine ai suoni, prima messi e poi riproposti dal computer, ho aggiunto i miei, nel mio laboratorio».
«La gazza chiacchierona» con Toffolo, come sta andando?
«Oltre ai risultati ottimi sono contento perché in questo caso si è creata una famiglia che si sta allargando».
Progetti alle porte?
«Extraliscio club con cui debuttiamo appunto a Milano; prima data di un tour che faremo in Italia. Poi l'orchestra dei sette che, questo inverno, farà una tournée all'estero; con tappa in Macedonia, a Vienna e Parigi, per la seconda volta. Insomma, un periodo di live. Non ci siamo fermati neppure con il Covid».
Il gioco del botta-e-risposta: Sanremo...
«Ricordo il sorriso del cantante Mauro Ferrara mentre saliva sul palco...»
Pupi Avati.
«Mi ha aperto il mondo del cinema, mi ha fatto fare la prima colonna sonora».
Altri incontri straordinari?
«Ricordo un concerto insieme a Enrico Rava, Stefano Bollani e Ares Tavolazzi, tanti anni fa».
La vostra direttrice artistica.
«Nel mio cortile c'è parcheggiato un shuttle, e questo shuttle, che parte tutti i giorni, si chiama Elisabetta Sgarbi».
Mirco Mariani che cosa ha capito della vita?
«Che bisogna essere felici e che la cosa più importante è l'amore».
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