Corre via dal muretto di regia, attraversa la pit lane, punta il parco chiuso dove i mostri vengono posteggiati e il primo che cerca non è il vincitore, è il secondo, in un certo senso lo sconfitto: Felipe. Questione di tatto e di consapevolezza. Questione di stile perché Massa ha combattuto per l’intera gara con i problemi di surriscaldamento del motore e perché Stefano Domenicali, il gran capo del cavallino in pista, lo conosce bene, sa che in quell’esatto momento il brasiliano è un turbinio di sentimenti contrastanti. Felipe è felice e arrabbiato al tempo stesso perché ha fatto un’impresa e perché sarebbe stato primo senza il sorpasso al via subito dal compagno Alonso. Nell’abbraccio del capo c’è questo e molt’altro, soprattutto una raffica di bravo-bravo-bravo perché questo podio di Massa vale un mondiale pensando al suo viso insaguinato, la fronte spaccata, l’occhio martoriato di soli otto mesi fa in Ungheria. E poi, fateci caso: Felipe è stato di nuovo uomo squadra proprio in quel sorpasso subito: se al posto di Fernando ci fosse stato un nemico, il nemico non sarebbe mai passato.
Invece vittoria Ferrari, doppietta Rossa nonostante i due motori sostituiti prima del via e che non si parli e annacqui il successo sbandierando il problema al tubo di scarico che ha via via retrocesso il dominatore Vettel, su Red Bull, da primo a quarto. No. Il tedeschino vero erede di Schumi, montate le gomme dure, era stato costretto a spingere a più non posso per reggere la rimonta di rosso vestita. Ed è finita come è finita. Per cui grande Ferrari, una spanna più in là della splendida Red Bull e meglio della McLaren che con Hamilton (causa Rosberg a far da tappo) avrebbe potuto starle un poco più vicina. Ferrari certamente molto avanti rispetto alle ex Brawn Gp campioni del mondo di Rosberg e Schumi, quinto e sesto. Già, Schumi sesto. Qualcuno dice male, qualcuno dice bene.
Mettiamoci a metà. Tornare è difficile e Michael è andato a punti in mezzo a tanti ragazzini e agli ex ragazzini dei suoi tempi diventati piloti con due attributi così. Però da lui - vista la Mercedes erede della macchina campione - forse ci si aspetta sempre e solo di più.
E, ora, via con la festa. Capitan Domenicali ammette: «Dopo quanto accaduto nella scorsa stagione erano tutti pronti a spararci con il fucile in mano. Per cui sono felice per la scelta difficile del 2009, quella cioè di fermare lo sviluppo a metà della stagione... Ci ha premiato».
Quindi ha confidato: «Non mi dimentico
Felipe il sabato in Ungheria. Mi è venuto in mente un attimo un flash back e pensarlo qui oggi sul podio con il secondo posto mi ha commosso». E infine: «Però ora piedi per terra, mi raccomando, restano ancora 18 Gp». (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.