La Fallaci: «Farò esplodere la moschea sotto casa mia»

Giuseppe De Bellis

da Milano

Oriana Fallaci esplode. Islam, immigrazione, apatia dell’Occidente, prepotenza del mondo musulmano, politica italiana, sinistra molle e buonista. Si sfoga, si arrabbia. Attacca ancora. La giornalista-scrittrice affida al New Yorker la sua rabbia. Il titolo è The Agitator: è un ritratto intervista di dieci pagine nel quale Oriana ripercorre con Margaret Talbot la sua vita e la sua carriera, ricostruisce le sue polemiche prese di posizione seguite all'11 settembre. Le amplia, le carica, le accentua. Comincia dal passato da reporter e finisce al futuro. A Hugo Chavez, presidente venezualano castrista e anti-americano, il nome del quale le provoca una esclamazione che dice tutto: «Mamma mia».
I nazi-islamici
La Fallaci vede nel fondamentalismo musulmano il ritorno del fascismo che lei e le sue sorelle hanno combattuto: «Sono convinta che la situazione politica attuale sia sostanzialmente quella del 1938, con la conferenza e il patto di Monaco, quando Inghilterra e Francia non capirono nulla. Con gli islamici stiamo facendo la stessa cosa. Guardiamo ai musulmani: in Europa vanno in giro con i loro chador e i loro burqa. Vivono con gli usi e i costumi predicati nel Corano, maltrattano le mogli e le figlie. Rifiutano la nostra cultura e cercano di imporre la loro - quella che chiamano cultura - a noi. Io li rifiuto. È un dovere non solo verso la mia cultura, ma anche verso i miei valori, i miei principi, la mia civiltà. È un dovere non solo verso le mie radici cristiane, ma anche verso la libertà e verso la combattente per la libertà che sono sin da quando ero piccola e lottavo da partigiana contro i nazi-fascisti. L'islamismo è il nuovo nazi-fascismo. Con il nazi-fascismo non è possibile alcun compromesso. Nessuna tolleranza ipocrita. E coloro che non capiscono questa semplice realtà stanno alimentando il suicidio dell'Occidente».
La moschea del Senese
La Fallaci parla della moschea di Colle Val D’Elsa, nel Senese, che nei progetti della comunità islamica, dovrebbe essere la più grande moschea italiana. Oriana non la vuole. «Loro (i musulmani immigrati ndr) vivono a nostre spese, perché hanno scuole, ospedali. Hanno tutto. E vogliono costruire dannate moschee ovunque. Non voglio vedere questa moschea vicina alla mia casa in Toscana. Non voglio vedere un minareto di 24 metri nel paesaggio di Giotto, quando io non posso neppure indossare una croce o portare una Bibbia nel loro paese. Se sarò ancora viva, andrò dai miei amici a Carrara, sono tutti anarchici. Con loro, prendo l'esplosivo e la faccio saltare».
Lo spettro dell’Eurabia
Quello che spiega al New Yorker è lo sviluppo della teoria della sua trilogia. La Fallaci e l’Eurabia, cioè l’Europa diventata colonia dell’Islam, grazie alla massiccia immigrazione musulmana nel territorio europeo e che «presto si concluderà con i minareti al posto dei campanili e col burqa al posto delle minigonne». Oriana vede «l'arte di invasione e di sottomissione» che è «l'unica arte nella quale i figli di Allah hanno eccelso sempre». La scrittrice attacca la sinistra europea e il suo doppiogiochismo: «Se si parla male del Vaticano, della chiesa cattolica, del Papa, della Vergine Maria o di Gesù o dei santi, nessuno si può permettere di toccare il diritto di pensiero e di espressione. Ma se si fa lo stesso con l’Islam, il Corano, il profeta Maometto, allora si diventa blasfemi e xenofobi e razzisti».
Le colpe della sinistra
In una delle e-mail di approccio all’incontro, La Fallaci scrive a Margaret Talbot: «Il livello di tolleranza è stato superato quindici o vent’anni fa, quando la sinistra ha lasciato che i musulmani arrivassero sulle nostre coste a migliaia. Io non accetto la falsa definizione del cosiddetto Islam moderato. Non credo che esista un Islam buono e uno cattivo. C’è solo l’Islam e l’Islam è il Corano e il Corano dice quel che dice. Qualunque sia la sua versione. Ovviamente ci sono delle eccezioni. Anche considerando il solo calcolo delle probabilità, qualche musulmano buono deve esserci. Voglio dire musulmani che apprezzano la libertà, la democrazia e la secolarizzazione. Però sono drammaticamente pochi, tanto che devono andare in giro sempre con le guardie del corpo». Poi quando Margaret domanda se Oriana eliminerebbe tutte le moschee, lei risponde che queste domande vogliono cercare di dipingerla come «i sanguinari fanatici che durante la rivoluzione francese decapitavano tutte le statue della Vergine, dei santi e di Gesù. Oppure come i sanguinari fanatici della rivoluzione bolscevica che bruciavano i simboli religiosi e uccidevano gli uomini del clero. Nessuna persona onesta può dire che le mie idee si avvicinano a quelle di queste persone. Io sono conosciuta per la mia battaglia per la libertà e la libertà include la libertà religiosa. Ma la battaglia per la libertà non include la sottomissione a una religione, come quella musulmana, che vuole annientare le altre, che vorrebbe imporre il suo Mein Kampf, il Corano, a tutto il pianeta. L’ha fatto per mille e quattrocento anni. Vuol dire sin dalla sua nascita. Una religione, che diversamente dalle altre, macella e decapita o schiavizza chiunque viva diversamente».
Messicani? No grazie
La Fallaci conferma di avere sospetto per l’immigrazione in genere. Ha trovato «disgustose» le proteste degli immigrati in America degli ultimi mesi, specie quelle dei messicani. «Non mi piacciono i messicani. Se qualcuno mi puntasse la pistola contro e mi dicesse “peggio i musulmani o i messicani?”, avrei un momento di esitazione. Poi sceglierei i musulmani, perché mi hanno rotto le palle». La Fallaci dice che l’11 settembre «l’Islam l’ha rapita». I messicani non li sopporta dal 1968, quando andò a raccontare la rivolta di Città del Messico e lei fu trascinata per i capelli e abbandonata sanguinante per strada
La malattia
Al secondo incontro con Margaret Talbot, la Fallaci parla anche della sua malattia. Racconta di alcuni incontri con il medico: «Dottore, io non voglio venire qui e sentirti parlare della mia morte. Il tuo dovere è parlarmi della mia vita, è di tenermi in vita».
No alle nozze gay
La ribellione di Oriana The Agitator raccontata sul New Yorker passa anche per l’aborto, al quale si oppone, «a meno che non fossi violentata e rimanessi incinta da uomini come Osama Bin Laden o Al Zarqawi». Si oppone anche al matrimonio gay: «Nello stesso modo in cui i musulmani vorrebbero trasformare tutti in musulmani, gli omosessuali vorrebbero che tutti fossimo omosessuali». La Fallaci parla anche della sua avversione per la politica italiana. Non ha votato. È d’accordo con i referendum: «Vuoi che i cacciatori sparino sotto la tua finestra? No. Vuoi che il Corano sia studiato nelle scuole? No».

Oriana definisce i due candidati delle ultime politiche «due fottuti idioti». Chiede: «Perché la gente deve autoumiliarsi andando a votare? Io non ho votato, perché ho la mia dignità. Se, a un certo punto, mi fossi tappata il naso e avessi votato per uno di loro, mi sarei sputata in faccia».

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