Nino Materi
Non è un Ferragosto di vacanza quello che si vive oggi in casa Berdini. Ma in questa famiglia non è una novità. Da quel dannato 27 dicembre 1996 le settimane, i mesi, gli anni (e ormai ne sono trascorsi nove) per i genitori di Letizia e le sue due sorelle il tempo si è trasformato in una scatola vuota, priva soprattutto di quel valore fondamentale che è la coscienza di «aver ottenuto giustizia».
Purtroppo alla famiglia Berdini questa «giustizia», almeno in parte, è stata negata. Tanto che i Berdini nella giustizia umana non sperano più; ora confidano solo in quella divina. Magra consolazione per chi come Vincenzo Berdini ha visto morire la figlia Letizia in un modo che non può permettere a un padre di rassegnarsi: uccisa da una pietra lanciata da un cavalcavia.
Letizia aveva 31 anni ed era a fianco del marito Lorenzo, si erano sposati da 5 mesi e stavano andando a Parigi per il viaggio che avevano sempre sognato. Lorenzo guidava la Mercedes, Letizia gli stava a fianco: fu lei ad essere centrata dal masso che un istante prima una banda di criminali aveva lanciato dal cavalcavia della Cavallosa, lungo lautostrada Torino-Piacenza.
Dopo uninchiesta con poche luci e tante ombre, i colpevoli furono individuati e condannati; un accidentato iter giudiziario che oggi fa dire con amarezza a papà Berdini e allex marito Lorenzo: «Letizia è morta invano. La sua fine non è servita a nulla». Lo ha sempre pensato la famiglia Berdini e oggi - dopo la tragedia di Cassino - ne è convinta più che mai. «Nel caso degli assassini di Letizia, invece di condannarli all'ergastolo, gli hanno regalano il rito abbreviato, e quelli adesso hanno pure il coraggio di fare ricorso in Cassazione. Se gli avessero dato 30 anni, forse la tragedia di ieri non ci sarebbe stata», dice Vincenzo Berdini, 74 anni. Scuote la testa e serra i pugni: «La storia di Letizia, invece, si è ripetuta. Quel signore morto ieri, se era partito da Torino, ha perfino fatto un pezzo della stessa strada di Letizia. Domani, appena rientrato a Civitanova, la prima cosa che farò sarà cercare l'indirizzo di questa famiglia straziata dal dolore e mandargli un telegramma di solidarietà».
A papà Berdini di Letizia rimane solo una tomba a Civitanova Marche e un melograno piantato in giardino che lui ancora coltiva. «Per che cosa è morta mia figlia? I suoi quattro assassini sono stati condannati a 17 anni. Vi pare giusto? Noi stiamo ancora pagando l'avvocato e siamo rimasti soli, senza alcun aiuto da uno Stato assente. Quelli lì fra un po potrebbero essere già fuori, con un permesso premio o qualche altro marchingegno».
Ieri alle 8, prima di raggiungere la moglie Mara a Castelsant'Angelo sul Nera, nella loro casetta di montagna, Vincenzo è andato al cimitero, a trovare Letizia. «Lo faccio tutti i giorni, qualche volta anche due o tre volte al giorno». Oggi è Ferragosto. E anche questa mattina un padre piangerà sulla tomba della figlia.
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