Sintomi, diagnosi e cura: cos'è il glioblastoma che ha colpito Sophie Kinsella

Cosa è il glioblastoma, il tumore che ha colpito la scrittrice Sophie Kinsella. La diagnosi e le cure possibili

Sintomi, diagnosi e cura: cos'è il glioblastoma che ha colpito Sophie Kinsella
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La scrittrice britannica Sophie Kinsella ha rivelato oggi con un post sul suo account Instagram, di avere un glioblastoma, un tumore del cervello molto aggressivo che sta combattendo dal 2022 e per cui ha anche subito un'intervento chirurgico. Una notizia che ha fatto presto il giro del mondo creando preoccupazione per la salute della nota scrittrice autrice del best sellers I Love Shopping.

Che tipo di tumore è il gliobastoma

Si tratta, seppur nella sua aggressività, di uno dei più comuni tumori maligni del cervello che solo in Italia, secondo quanto riferito dall'Osservatorio malattie rare (Omar), colpisce circa 1500 persone ogni anno e rappesenta il 45% di tutti i tumori che hanno origine nel cervello. Sebbene si manifesti quasi esclusivamente in questa zona, il glioblastoma può anche apparire nel tronco cerebrale, nel cervelletto e nel midollo spinale. Ha origine da un gruppo di cellule, chiamato glia, che svolgono una funzione di sostegno per i neuroni.

A quale età può comparire

Insorge più frequentemente in età matura tra i 45 e i 75 anni, ma può presentarsi a qualsiasi età, inclusa l'infanzia. La frequenza di nuovi casi è leggermente superiore negli uomini rispetto alle donne e nei caucasici (in senso generico in persone di carnagione bianca), rispetto a quelle di altre etnie. Si tratta di un tumore molto difficile da curare, anche se con innovative terapie è possibile rallentarne l'avanzamento e ridurne i disturbi.

Come si manifesta

Essendo un tumore altamente maligno si manifesta principalmente con mal di testa di crescente intensità, nausea, vomito e attacchi epilettici. Questi disturbi sono causati principalmente dalla massa tumorale che espandendosi all'interno del cranio, provoca un aumento di pressione e la dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali. I sintomi possono anche essere di tipo neurologico, come quelli della personalità o dello stato di coscienza.

I fattori di rischio

Sono pochi i fattori di rischio associati allo sviluppo di un glioblastoma. Le radiazioni ionizzanti, ovvere quelle dei raggi X utilizzate nelle radiografie e nella TAC, i raggi gamma, usati nella PET o nelle scintigrafie, oltre ai raggi ultravioletti, compresa la quota emessa dal sole, sono una delle poche.

Come si diagnostica

Alla comparsa dei sintomi importanti è una visita neurologica che può stabilire, attraverso il controllo della vista, dell'udito, dello stato di equilibrio e della capacità di coordinare i movimenti, della forza fisica e dei riflessi, la presenza del tumore. Altri strumenti sono la Tac e la Pet. Una volta scoperto c'è poi la biopsia, ovvero il prelievo di un campione di tessuto da analizzare, effettuata tramite un ago per comprendere di che tipo di tumore si tratti.

La cura

Come accennato essendo un tumore molto aggressivo il glioblastoma richiede un approccio multidisciplinare. L'attuale terapia standard prevede la massima rimozione chirurgica del tumore (intervernto a cui si è sottoposta anche la scrittrice), seguita da radiazioni con somministrazione concomitante di temozolomide, un agente chemioterapico detto alchilante orale.

Successivamente, il protocollo prevede chemioterapia.

Tuttavia essendo le cellule altamente infliltranti è molto difficile procedere alla rimozione totale, per questo è necessario sottoporsi successivamente a trattamenti mirati contro le cellule tumorali residue.

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