La morte è la fine di tutto oppure esiste una vita oltre la vita? Uomini di ogni epoca si sono posti questa domanda almeno una volta nel corso della propria esistenza. Una risposta definitiva ancora non c’è. E probabilmente non ci sarà mai. La scienza non ha certezze su cosa accade quando il nostro cuore smette di battere. Negli ultimi decenni, però, alcuni ricercatori hanno iniziato a studiare un fenomeno che si verifica quando si è in prossimità della morte: le Nde (Near death experience), o esperienze di pre-morte.
Si tratta di fenomeni descritti da persone che hanno ripreso le funzioni vitali dopo un periodo di coma o dopo essere state dichiarate clinicamente morte. Prezioso il lavoro, nel recente passato, del medico e scrittore americano Raymond Moody che, nel libro “La vita oltre la vita” pubblicato nel 1975, raccolse testimonianze su tali esperienze.
Da quel momento numerosi altri medici hanno dedicato parte del loro tempo allo studio delle Nde, fornendo contributi interessanti. Tra le figure più celebri in questo campo, solo per citarne alcune, spiccano Pim van Lommel, Sam Parnia (che guida il progetto Aware, la più estesa ricerca mai condotta che coinvolge 25 ospedali nel mondo), Bruce Greyson e l’italiano Enrico Facco (con il quale abbiamo parlato).
Fasi della Nde
I soggetti che hanno vissuto una Nde, una volta riprese le funzioni vitali, raccontano di aver provato una esperienza reale, intensa, rassicurante e bellissima. Vi è un elemento che colpisce: le narrazioni sono lineari e presentano elementi comuni tra loro. E questo nonostante le persone abbiano culture e sentimenti religiosi differenti.
Diversi sono i passaggi che caratterizzano le esperienze di pre-morte. Tutto ha inizio quando una persona giunge all’apice della sofferenza fisica. Il soggetto ha la percezione di elevarsi al di sopra del proprio corpo e di assistere a tutto quello che accade intorno.
A quel punto il morente entra in un tunnel buio in fondo al quale intravede un puntino bianco. Puntino che diventa via via sempre più grande e incredibilmente luminoso. Questa luce, però, non dà in alcun modo fastidio alla vista. Ma è sbagliato parlare di luce. Perché tutti affermano che si tratta di una entità viva con la quale inizia una sorta di dialogo. La stessa emana amore puro e illimitato, compassione infinita, pace sconfinata e un senso di benessere impossibile da descrivere.
Avviene, poi, la "rivisitazione" della propria vita attraverso la visione di immagini che scorrono veloci e che comprendono anche episodi dimenticati e apparentemente irrilevanti. Il morente prova dolore e vergogna se osserva errori compiuti durante la vita. Eppure dalla luce non arriva mai una condanna. Anzi, l’entità continua ad ammantare il morente con un amore, una compassione e una accettazione che non hanno limiti.
Altro elemento che contraddistingue quasi tutte le esperienze di pre-morte è l’incontro con familiari, parenti o amici già defunti. Questi accolgono il morente e lo rassicurano. Nella maggior parte dei casi sono proprio queste entità che spiegano al morente che non è ancora giunto il loro tempo e per questo devono tornare indietro. Infine vi è il risveglio.
C’è chi di questi fenomeni dà una spiegazione scientifica mettendo in relazione l’esperienza con specifiche alterazioni transitorie di tipo chimico, neurologico e biologico che divampano in un corpo in punto di morte.
Ci si domanda se un’esperienza così intensa, capace di modificare la concezione della vita di un soggetto, possa essere davvero solo il frutto di una particolare attività cerebrale di un corpo che si avvicina alla fine. Allora, come si può spiegare una Nde?
Le parole del professor Enrico Facco
Per cercare di fare luce sulle esperienze di pre-morte abbiamo intervistato il professore Enrico Facco, specialista in Anestesiologia e Rianimazione, Specialista in Neurologia, Studioso senior, Studium Patavinum - Dip. di Neuroscienze Università di Padova, il quale fa una importante premessa: "Le Nde hanno un elevato potere trasformativo, che comprende il superamento della paura della morte e una evoluzione personale positiva comprendente un aumento della spiritualità di chi le ha vissute. La coscienza è spesso riportata come più lucida di quella ordinaria; ci sono inoltre singoli casi ben documentati di pazienti che sono stati in grado di testimoniare cosa è successo nella sala di rianimazione mentre erano in arresto cardiaco, che hanno visto dall’alto in una esperienza di uscita dal corpo. Alcuni altri rari casi riportati in letteratura durante l’esperienza hanno avuto informazioni di cui non avevano conoscenza prima dell’arresto cardiaco”.
Le esperienze di pre-morte sono fenomeni sporadici o eventi frequenti?
Le Nde sono eventi relativamente frequenti che avvengono in condizioni critiche con perdita di coscienza.
Può dire la percentuale?
Nelle diverse casistiche l’incidenza oscilla tra il 5 e il 18% nei pazienti in arresto cardiaco.
Come si possono inquadrare le Nde?
Sono esperienze soggettive intense e profonde di aspetto trascendente che si verificano in condizioni critiche associate a perdita di coscienza (quali arresto cardiaco, traumi cranici e politraumi, stati di shock) e caratterizzate dalla netta percezione di essere in una dimensione diversa da quella ordinaria della vita terrena, di avere abbandonato il corpo fisico ed oltrepassato i limiti del proprio io e della dimensione spazio-temporale del mondo fisico ordinario.
Le esperienze di pre-morte possono essere forme di delirium, di alterazione organica transitoria del cervello o ancora all’anossia?
Le interpretazioni scientifiche finora proposte sono di natura meccanicista-riduzionista e hanno ipotizzato che esse origino dal disordine cerebrale prodotto dall’insulto; tuttavia rimangono solo ipotesi senza alcuna conferma mentre alcune di esse possono essere smentite sulla base di altri fatti noti che le rendono non verosimili.
La linearità dell’esperienza come può essere considerata?
Sono esperienze coerenti e ben ricordate anche a distanza di oltre 20 anni; alcuni studi elettroencefalografici sul ricordo delle Nde hanno dimostrato una connessione con la memoria episodica e non con ricordi di eventi immaginati.
Nelle Nde si riscontrano solo elementi comuni o anche altri soggettivi?
Le Nde sono piuttosto complesse e comprendono sia elementi individuali sia elementi comuni; gli aspetti fondamentali delle esperienze sono universali e sono riscontrabili in tutte le culture e se ne trovano indizi anche nella letteratura di tutti i tempi, da Omero a Platone, a Dickens, al Libro Tibetano dei Morti.
Rispetto al sogno, come sono le esperienze di pre-morte?
Il sogno ha un linguaggio molto diverso, caratterizzato dalla sovrapposizione di molti elementi diversi che ne rendono difficile o impossibile l’immediata comprensione; quest’ultima è stata oggetto di un lungo lavoro interpretativo da parte di Freud.
Perché non tutti raccontano di aver vissuto una Nde?
Per due essenziali ragioni: a) non tutti le fanno; b) essendo esperienze di aspetto trascendente e di tonalità mistica, si collocano al di fuori di quanto convenzionalmente accettato dalla Weltanschauung (visione del mondo) dominante oggi e c’è quindi un elevato rischio che vengano fraintese e chi le ha vissute sia considerato un visionario o affetto da una disfunzione conseguente all’insulto cerebrale.
Gli scettici sostengono, ad esempio, che la visione della luce vista in una Nde sia in realtà quella presente nella stanza d'ospedale. È possibile?
È solo un’ipotesi senza alcuna conferma. La luce percepita nelle Nde ha caratteristiche molto diverse da quelle della luce artificiale ed è solo un singolo elemento di un’esperienza molto più ricca e complessa. Nel migliore dei casi potrebbe essere una sorta di trigger dell’esperienza, la quale ha natura e implicazioni molto più ampie.
Le Nde sono solo positive o ci sono racconti di esperienze negative?
Ci sono esperienze negative anche se in una percentuale minore di casi. A volte la parte negativa è un elemento di esperienze che comprendono sia elementi negativi sia positivi. In altri casi ciò che viene sperimentato è lo scenario positivo delle Nde, ma vissuto in modo negativo, o una situazione di per sé neutra (ad es. essere in una condizione di vuoto o di buio) ma vissuta come stressante. Molto più raramente vengono riportate esperienze di scenari angoscianti (si potrebbero definire “infernali”).
Chi prova le esperienze pre-morte negative?
Non è ancora chiaro se e quali possano essere gli elementi in grado di favorire esperienze negative.
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