Sono ancora molto elevati i numeri di chi ogni anno, in Italia, viene colpito da ictus la cui patologia causa la chiusura o la rottura di un vaso cerebrale con danni alle cellule del cervello per la mancanza di ossigeno: si tratta di circa 120mila persone con un caso su quattro al di sotto dei 65 anni e ben 12mila sono under 55.
L'importanza dello stile di vita
Se pur si tratta di un evento certamente imprevedibile che può dipendere da molti fattori, è importante modificare in meglio quelli che dipendono da noi stessi facendo in tal senso una sana prevenzione e allontanandone i rischi. "L'ictus può colpire soggetti di ogni età in particolar modo se in presenza di stili di vita scorretti. Fattori di rischio come ipertensione, glicemia e colesterolo elevati e non sotto controllo, abitudine al fumo o all'eccesso di alcool, sovrappeso e sedentarietà danneggiano il sistema cardiovascolare con effetto che aumenta con il loro persistere nel tempo fino alla manifestazione dell'evento clinico, come infarto e ictus", spiega Paola Santalucia, Presidente Eletto Isa-Aii (Associazione italiana ictus).
La campagna di screening
Con la collaborazione della Guardia di Finanza, ad aprile è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti e screening del personale e ai loro familiari al di sotto dei 60 anni. Questa pagologia ha un impatto molto forte sulla società visto che in Europa i costi attuali superano i 60 miliardi di euro. Anche se oggi sono stati fatti molti passi in avanti verso cure e terapie, Santalucia spiega che è sempre meglio la prevenzione e la conoscenza dei rischi.
Come valutare i rischi
In questi screening sono valutati molti fattori: dalla familiarità a causa delle patologie cardiovascolari alla misurazione di pressione e glicemia così come l'indice di grasso corporeo e i valori di colesterolo nel sangue. "Successivamente effettuiamo una valutazione del rischio con lo Score 2, un indice validato per l'ictus, e stratifichiamo i soggetti a rischio basso, intermedio e alto", ha spiegato Simona Sacco, presidente Eso (European Stroke Organization). Infine, non per importanza, vengono valutati i maggiori fattori di rischio che dipendono dallo stile di vita, da cosa si mangia e dall'attività fisica (se viene svolta o meno).
"A chi ha una probabilità intermedia o alta effettuiamo un eco doppler delle carotidi. Infine offriamo suggerimenti su come ottimizzare i propri comportamenti per ridurre la possibilità di malattie cerebrovascolari.
In caso vengano individuati elementi di rischio importanti raccomandiamo una visita medica in ospedale per una valutazione più formale", spiega Sacco. Le persone che rischiano di più sono quelle maggiormente sedentarie, chi fuma e chi si trova in condizione di sovrappeso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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