Mal di testa cronico: quali sono le cause e il rischio sui farmaci

Quando una cefalea diventa cronica si possono osservare danni strutturali e funzionali in alcune zone del nostro cervello: ecco cosa accade e come curare al meglio il mal di testa senza abusare degli analgesici

Mal di testa cronico: quali sono le cause e il rischio sui farmaci
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Sono milioni gli italiani che ogni giorno devono combattere con una patologia certamente curabile ma che causa dolore e problemi di concentrazione: il mal di testa. Uno dei problemi maggiori si ha quando questa condizione medica si cronicizza e fa fatica a sparire anche con i farmaci più adatti. Non sono poche le persone che lamentano peggioramenti esponenziali e di aver provato numerose cure ma senza ricevere risultati apprezzabili.

La farmaco-resistenza

Ogni caso è diverso ma spesso ci possono essere un paio di risposte alla resistenza della patologia ad alcuni farmaci: tra queste esiste la possibilità che per cause genetiche un dato farmaco può faticare a esercitare al meglio la sua azione risultando scarsamente efficace o diventandolo man mano che si utilizza nel corso del tempo. Per questa ragione sarà sempre lo specialista dal quale si è in cura a dare le risposte migliori e trovare un'altra soluzione al problema.

Cos'è la cefalea cronica

L'emicrania, o cefalea, si definisce cronica quando la persona interessata presenta sintomi per almeno 15 giorni al mese e per i tre mesi successivi come spiegano gli esperti di Humanitas. "L’altro aspetto da considerare, non trascurabile in presenza di una cefalea cronica, è una risposta mal adattativa al dolore dovuta a un disagio psicologico, che andrebbe indagato e che può anch’esso alterare l’efficacia di una terapia", afferma al Corriere la prof. Maria Clara Tonini, responsabile Centro diagnosi e cura delle cefalee della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano, in provincia di Milano.

Cosa accade nel cervello

Purtroppo, quando il mal di testa si fa sempre più frequente fino a diventare cronico non sono escluse alterazioni di alcune aree del nostro cervello: l'esperta spiega che sono soprattutto ipotalamo, ippocampo e amigdala "che, continuamente attivate dagli attacchi emicranici conducono a un’alterazione del ritmo circadiano del sonno, alla diminuzione di beta endorfine (la morfina del nostro organismo), a una diminuzione della soglia al dolore, a una maggiore suscettibilità all’ansia e alla depressione e, soprattutto, a una disregolazione del sistema edonico".

Un altro aspetto da non sottovalutare è quando si abusa di farmaci pur di far passare il dolore: questo accade quando si comincia a dipendere soprattutto dagli analgesici che eliminano sì il dolore ma senza intervenire sulle cause che lo provocano. A quel punto si ha un benessere effimero, passeggero, ma con il tempo i sintomi possono peggiorare e cronicizzarsi.

Da qui si instaura "una cefalea da uso eccessivo di farmaci con il risultato di un mal di testa cronico quotidiano di non semplice gestione terapeutica. In questo contesto, la mindfulness e l’agopuntura hanno dati risultati incoraggianti nel trattamento della cefalea cronica, così come la tossina botulinica", conclude Tonini.

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