Si tratta di due tra le principali patologie oculari in grado di causare cecità e colpiscono milioni di pazienti in tutto il mondo: stiamo parlando della retinopatia diabetica e della degenerazione maculare legata all'età, che peraltro sono complesse da contrastare in quanto fino a poco tempo fa richiedevano trattamenti molto frequenti
Per fortuna, grazie alla ricerca, è ora a disposizione Faricimab, il primo anticorpo bispecifico mai approvato per uso oculare: il farmaco ha una doppia azione, dato che influisce su due proteine, ovvero VEGF-A (il fattore di crescita dell'endotelio vascolare) e angiopoietina-2, che regola la formazione di nuovi vasi sanguigni e il flusso di sostanze attraverso le pareti dei vasi sanguigni. Il suo duplice intervento da un lato agevola la visione, dall'altro consente di ridurre la frequenza dei trattamenti, migliorando le condizioni di vita di pazienti e familiari.
Nello specifico l'anticorpo aggredisce e blocca l'azione di due molecole implicate nella crescita anomala di vasi sanguigni nella retina, cosa che provoca la perdita della vista e la cecità. E questo perché suddetti vasi, decisamente instabili, rilasciano dei liquidi che causano un'infiammazione della retina e a lungo andare la danneggiano. Il nuovo farmaco permette non solo di bloccare la progressione della malattia, ma anche di recuperare l'acuità visiva, cioè la capacità dell'occhio di percepire e definire in maniera nitida i dettagli."La possibilità di diradare le iniezioni dopo un primo ciclo intensivo rappresenta un grande passo avanti per la qualità della vita", spiega il responsabile dell’Unità Interdipartimentale di Retina Medica del Gruppo MultiMedica di Milano Stela Vujosevich durante il congresso Euretina.
Faricimab si è rivelato molto efficace contro entrambe le patologie: per quando concerne la DME, l'Edema maculare diabetico, ben l'80% dei pazienti è passato da un trattamento mensile a uno ogni 3/4 mesi, ottenendo importanti benefici visivi, mentre nei casi di nAMD, la Degenerazione maculare legata all'età, è stata rilevata una netta riduzione di liquidi anomali nella retina oltre che un chiaro miglioramento nella vista. Grazie a questi risultati più che incoraggianti, si è deciso di impiegare il medesimo medicinale anche per il trattamento dell’occlusione venosa retinica, malattia che affligge circa 100mila italiani, in particolar modo anziani o pazienti con conclamati problemi cardiovascolari.
"Intervenire tempestivamente è cruciale per preservare la vista, e con Faricimab, possiamo estendere gli intervalli tra le iniezioni, migliorando sia la gestione della terapia che l’aderenza dei pazienti", spiega il direttore della Struttura Complessa Oculistica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda di Milano Francesco Viola.
E in effetti proprio l'abbandono delle terapie intravitreali, particolarmente stressanti, è molto frequente, colpendo ben il 40% dei pazienti, con ovvie ripercussioni sulla perdita della vista e di conseguenza dell'autonomia. "Diradare le iniezioni senza compromettere l’efficacia consente ai pazienti di gestire meglio la propria vita e riduce il peso sul sistema sanitario", considera ancora l'esperto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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