Shock anafilattico: cos'è, i sintomi e come intervenire

Si tratta di casi rari ma è bene intervenire tempestivamente e saperne riconoscere i sintomi: ecco cos'è lo shock anafilattico e come prevenirlo

Shock anafilattico: cos'è, i sintomi e come intervenire
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Le cronache degli ultimi tempi ci hanno consegnato alcuni casi di gravi conseguenze allo shock anafilattico in seguito alle punture di insetti quali vespe, calabroni e api. È soprattutto durante i mesi caldi che bisogna prestare la massima attenzione perché si vive di più all'aperto e perché le parti del corpo risultano scoperte e, di conseguenza, più vulnerabili. Lo shock anafilittaco, però, può derivare anche da altre cause diverse dalle punture di insetti.

Di cosa si tratta

Lo shock anafilattico scatena una reazione allergica dell'organismo che si manifesta improvvisamente e può portare alla morte se non viene trattata immediatamente. "Inizia con grande rapidità interessando due o più apparati, ad esempio pelle e sistema respiratorio, o circolatorio, o gastrointestinale", spiegano gli esperti. Nel caso specifico, la reazione si scatena quando interagiscono specifici anticorpi (IgE) e un allergene che nei soggetti predisposti può causare lo schock: anche piccole quantità possono scatenare forme gravi di allergia. Come detto, le reazioni possono nascere anche per cause alimentari (ad esempio gli arachidi), per farmaci (antibiotici e antinfiammatori non steroidei) e per lattice e frutta.

Quali sono i sintomi

Come anticipato, la reazione allergica è in grado di colpire più organi tra cui pelle, apparato respiratorio, l'apparato cardiovascolare e quello gastrointestinale. Come spiegano gli esperti dell'Ospedale Bambino Gesù i sintomi più comuni sono i seguenti:

  • orticaria
  • rinite
  • difficoltà a respirare
  • voce alterata
  • rigonfiamento dell'area dove si trovano le corde vocali
  • diarrea, vomito, asma ma anche aritmia e tachicardia

Come intervenire

Quando si verifica per la puntura di un insetto, la parte più delicata riguarda l'intervento che deve essere tempestivo entro i primi secondi. "È importante rimuovere immediatamente (entro 20 secondi) il pungiglione, se è visibile, con un movimento secco e rapido (usando le unghie o le pinzette). Trascorsi i primi 20 secondi l'operazione risulterà meno utile perché tutto il veleno sarà stato ormai liberato nel corpo", spiegano gli esperti. Dopodiché sarà molto importante applicare del ghiaccio nell'area interessata e analgesici per alleviare il dolore. Il proprio medico, o al pronto soccorso, si potranno somministrare antistamici o pomate a base di cortisone per almeno 4-7 giorni. Una volta passato l'episodio sarà molto importante rivolgersi a un allergologo per un controllo e per effettuare eventuali esami specifici.

Indipendentemente dalle cause, gli esperti dell'Istituto Humanitas spiegano che l’adrenalina è "l’unico farmaco in grado di far regredire lo shock anafilattico e salvare la vita della persona". Chi sa di essere predisposto è bene che porti con sé questo farmaco salva-vita che viene venduto in forma auto-iniettabile: una specie di "penna" che presenta un’estremità con cappuccio di sicurezza mentre dal lato opposto è presente un ago che, "premuto contro la coscia, inietta istantaneamente una singola dose controllata di farmaco".

Il rimedio dell'immunoterapia

C'è però un rimedio efficace che evita i casi estremi. "Grazie all'immunoterapia desensibilizzante è possibile prevenire lo shock anafilattico e quindi anche i decessi legati alle punture di insetti", ha dichiarato Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nell'ospedale della Capitale ci si può già sottoporre a questa procedura desensibilizzante "dedicata ai bambini e ai ragazzi con diagnosi di allergia grave al veleno di questi insetti". È bene, però, non allarmare la popolazione visto che nella stragrande maggioranza dei casi le punture di insetti provocano soltanto un po' di bruciore, rossore, dolore e prurito. "Si tratta di reazioni del tutto normali se localizzate nella sede della puntura e se limitate nell'estensione, nella gravità e nella durata".

Quando si tratta di allergia

L'allergia al veleno degli insetti, al contrario, si ha quando la reazione diventa grave, estesa e duratura. Spesso vengono interessate ampie porzioni di braccia e gambe con un rigonfiamento che tocca il suo picco nell'arco delle 48 ore ma che non si risolve nell'immediato, anzi, potrebbero volerci anche 7-10 giorni.

"Le punture di imenotteri scatenano reazioni allergiche in circa due persone su cento. Fortunatamente, tra i bambini il fenomeno è molto meno frequente che negli adulti", spiega l'esperto. Per il veleno degli insetti, ogni anno si registra in Italia una media di 5-20 decessi tra bambini e adulti.

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