No, c’è qualcosa che non mi convince in questa «bella notizia», c’è qualcosa che non quadra. La bella notizia (la bella notizia per quanti vivono a sud della Capitale) è (sarebbe) questa: la maggior parte dei 100 e lode assegnati all’ultima maturità, è andata alle regioni del Mezzogiorno: Campania, Calabria, Basilicata, e soprattutto Puglia, che ha distanziato di molto le regioni del Nord, «doppiando» addirittura la Lombardia.
Questi i dati: degli oltre 3.500 cento e lode, distribuiti a studenti meritevoli, la parte del leone l’hanno fatta le scuole del Sud. La Puglia detiene il record di promossi a pieni voti: 523, contro i 210 della Lombardia. E c’è di più: mentre nel tacco d’Italia i diplomati erano 31.000, nella regione padana erano oltre 51.000. In Piemonte, a fronte di circa 24.000 candidati, i promossi a pieni voti sono stati 190, mentre in Sicilia 369 su 39.000.
Uno direbbe: che bravi questi studenti meridionali, e che fannulloni questi studenti settentrionali. Ma non è (non può essere) così. C’è appunto qualcosa che non quadra. E vediamo cosa. Il rapporto Ocse-Pisa del 2006 dice che, mentre gli studenti veneti e lombardi sono al di sopra della media internazionale, e quelli friulani addirittura secondi al mondo in scienze dopo quelli finlandesi, e terzi in matematica dopo i (soliti) finlandesi e i canadesi, i quindicenni siciliani sono i peggiori del pianeta, dietro i serbi, i turchi e gli uruguaiani. Peggiori anche di quelli dell’Azerbaigian.
Tutte queste sconfortanti notizie, si possono apprendere - tra l’altro - nel libro «5 in condotta», scritto dal nostro direttore, platealmente contestato dagli asini in una libreria di Milano, e costretto a rinunciare alla presentazione del volume.
In tale rapporto e in tale libro si scopre anche che la percentuale dei liceali del Sud che hanno un livello di preparazione elevato è solo del 3 per cento, contro il 13,4 del Nordest.
La somma - come diceva Totò - fa il totale. E invece no. La somma degli asini non fa tanti asini, ma tanti sapienti. E infatti ieri come oggi «la maggiore concentrazione di 100 e lode all’esame di maturità si registra proprio in Calabria e Puglia. E le più alte percentuali di punteggi massimi si verificano nelle scuole di Crotone (ben 34 «100 e lode»), Reggio Calabria (28) e Cosenza (21)» (cito ancora Giordano).
Allora com’è che stanno le cose? Scartando l’ipotesi che tutti i professori siano stati minacciati di lupara se non promuovevano a pieni voti gli studenti, restano due ipotesi. Che gli studenti del Sud siano davvero più intelligenti e preparati di quelli del Nord (ma questo dobbiamo escluderlo, tenendo appunto presenti i dati Ocse) o che gli insegnanti dell’ex Regno delle Due Sicilie siano di maniche (molto) più larghe degli omologhi del Nord.
Ho già espresso questo concetto mesi fa, suscitando le ire di molti professori famosi come Vecchioni, Rossi Doria, Starnone. L’epiteto «traditore della patria» non è stato pronunciato, ma siamo andati vicini («traditore della pa...»).
Si dica del sottoscritto ciò che si vuole. Io la penso così. E penso pure che a non fare un serio esame di coscienza e premiare oltre misura gli studenti (al Nord come al Sud) sia fare un ulteriore passo verso il baratro. Il baratro della cultura.
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