Antonio Signorini
da Roma
Dimissioni, magari dopo un voto del Consiglio superiore della Banca dItalia, oppure una resistenza dentro il fortino di Palazzo Koch, come lasciano intendere fonti interne allistituto e persone dellentourage di Antonio Fazio. Le ipotesi sono ancora tutte aperte, ma lo schiaffo di Tremonti, cioè la revoca delle delega a rappresentare lItalia al Comitato per lo sviluppo della Banca mondiale, è destinato a pesare. La linea di difesa di Bankitalia non è cambiata. La sfiducia del governo Berlusconi - ha detto il senatore Luigi Grillo, da sempre interprete del pensiero del Governatore - «è indubbiamente un elemento politico importante, sono parole che non vanno sottovalutate, ma non possono far venire meno ciò che è scritto nello statuto della Bce e non possono provocare di per sé un gesto di dimissioni, senza laccertamento di una colpa. Che finora non cè stato». Uninterpretazione paradossalmente simile a quella del ministro dellEconomia Giulio Tremonti che non ha mai nascosto le insidie di una soluzione normativa, come sarebbe ad esempio un decreto di revoca della nomina del Governatore.
Anche chi spera in un altra via duscita, cioè in un gesto dello stesso Fazio, potrebbe rimanere deluso. Fonti di Bankitalia e, in primo luogo, i sindacalisti dellistituto che ormai da tempo chiedono le sue dimissioni, sono sicuri che nulla sia cambiato a Palazzo Koch e che il Governatore continuerà a resistere. Altri, vicini al Governatore, confermano la volontà di Fazio di proseguire per questa strada ingaggiando, per la terza volta, un braccio di ferro con il ministero dellEconomia dal quale conta di uscire di nuovo vincitore.
Ieri a Washington si è però capito che il governo è intenzionato a far seguire fatti concreti alle parole. Fonti ufficiali di Bankitalia hanno cercato di gettare acqua sul fuoco (il Governatore a Washington, «ha preso parte regolarmente a tutti gli incontri» e la revoca della delega al development committee «è potere-dovere dei ministri»), ma il gesto di Tremonti potrebbe aprire la strada a un periodo difficile per Fazio.
Anche le difese interne alla banca centrale potrebbero indebolirsi. Gli equilibri interni al Consiglio superiore di Bankitalia, lunico organo che può decidere le sorti dei governatori, secondo fonti interne allo stesso consiglio potrebbero essere meno favorevoli di quanto si pensi.
Quello che è certo è che, comunque vada, i tempi saranno lunghi e che la soluzione non sarà trovata alla prossima riunione del Consiglio in agenda per giovedì. Possibile che si discuta degli ultimi fatti che hanno coinvolto la banca centrale, ma solo informalmente perché il collegio dei 13 consiglieri non può prendere nessuna decisione sul Governatore. La riunione del 21 settembre è infatti ordinaria, mentre per esaminare concretamente fatti che riguardano la guida dellistituto serve una convocazione straordinaria. E per ora nessuno sembra intenzionato a cambiare la natura della riunione.
Difficile lipotesi di una autosospensione che non è prevista dai regolamenti della Banca, scarse anche le possibilità di avvalersi della disponibilità mostrata dalla Bce ad accogliere uneventuale iniziativa italiana (il decreto) visto che - come ricordano in continuazione i sostenitori del Governatore - Fazio si è sempre mosso nel rispetto delle regole, anche nei casi più discussi come i recenti tentativi di scalata ad Antonveneta e Bnl.
Gli antifazisti guardano ora alla legge sul risparmio la cui discussione riprenderà domani al Senato. Allinterno della riforma cè anche il mandato a termine introdotto dal governo con un emendamento. Ma non tocca direttamente il Governatore in carica, visto che entrerà in vigore solo quando a Palazzo Koch entrerà il suo successore.
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