In Messico, la febbre suina ha già provocato 103 morti e contagiato 1.614 persone. Oltre al Messico e agli Stati Uniti, primi Paesi colpiti dal virus H1N1, casi di febbre suina sono stati registrati in Nuova Zelanda, Spagna, Israele e Canada. Ecco alcune informazioni sulla febbre suina diffuse dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
CHE COS’È L’INFLUENZA SUINA?
L’influenza suina è una malattia respiratoria acuta altamente
contagiosa tipica dei maiali, causata da diversi virus
influenzali del tipo A, con alta infettività, ma bassa mortalità
(1-4%). I virus dell’influenza suina si diffondono fra i maiali
per via aerea, per contatto diretto e indiretto e attraverso
portatori asintomatici. I virus dell’influenza suina possono
trasmettersi tra i maiali durante tutti i mesi dell’anno, ma la
maggior parte delle epidemie si manifesta nelle zone temperate
nel tardo autunno e in inverno. Molti paesi sono soliti vaccinare
la popolazione suina contro il virus. I virus dell’influenza
suina sono più comunemente quelli del sottotipo H1N1, ma nel
corso degli anni sono emerse altre varianti, come ad esempio
H1N1, H1N2, H3N2 e H3N1. I maiali possono anche contrarre i virus
dell’influenza aviaria, virus influenzali stagionali diffusi tra
gli esseri umani, così come i virus dell’influenza suina. In
origine si pensava che gli esseri umani avessero trasmesso il
virus H3N2 ai suini. Può capitare che i maiali vengano infettati
da più di un virus per volta: il che può permettere ai geni di
mischiarsi. Quando i suini vengono infettati da diverse tipologie
di virus influenzali, si va incontro a fenomeni di
«riassortimento» del virus. Sebbene i virus dell’influenza suina
siano normalmente tipici della specie, ci sono stati a volte casi
di contagio dai suini agli esseri umani.
QUALI SONO LE IMPLICAZIONI PER LE SALUTE UMANA?
Occasionalmente si sono verificati casi di epidemia e di
influenza suina anche fra gli esseri umani. I sintomi sono simili
a quelli della "classica" influenza stagionale e vanno da casi di
infezioni asintomantiche a casi più gravi di polmonite mortale.
Dato che i sintomi tipici si presentano sotto forma di influenza
stagionale o di infezione acuta delle vie respiratorie, la
maggior parte dei casi di influenza suina sono stati individuati
casualmente tramite controlli medici di routine. I casi lievi o
asintomatici possono non essere riconosciuti; quindi la reale
portata della malattia fra gli esseri umani è ancora sconosciuta.
DOVE SONO AVVENUTI I CONTAGI TRA GLI ESSERI UMANI?
Dall’attuazione del Regolamento Sanitario Internazionale (2005),
l’Oms ha individuato nel 2007 alcuni casi di influenza suina
negli Stati Uniti e in Spagna.
COME AVVIENE IL CONTAGIO NEGLI ESSERI UMANI?
I virus influenzali possono essere trasmessi direttamente dai
suini infetti all’uomo, sebbene in alcuni casi non ci sia stato
un contatto diretto con i maiali o con l’ambiente nel quale essi
si trovino. In alcuni casi si è verificata una trasmissione tra
esseri umani, ma è stata limitata a gruppi ristretti e a stretto
contatto tra loro.
CI SI PUO' INFETTARE MANGIANDO CARNE DI MAIALE?
No. L’influenza suina non può essere contratta mangiando carne di
maiale o altri prodotti derivati se questi vengono adeguatamente
trattati e preparati. Il virus, infatti, viene debellato a
temperature di cottura di 70 gradi centigradi, che corrispondono
all’incirca alle temperature standard di cottura del maiale e
delle altre carni.
QUALI SONO I PAESI PIÙ COLPITI DALL’EPIDEMIA?
L’influenza suina non è notificata alle autorità internazionali
per la salute degli animali (OIE, www.oie.int), pertanto la sua
distribuzione negli animali a livello internazionale non è ben
conosciuta. La malattia è considerata endemica negli Stati Uniti.
Inoltre, l’epidemia si è manifestata anche in alcuni suini in
Nord America, Sud America, Europa (Inghilterra, Svezia e Italia),
Africa (Kenya) e in parte dell’Asia orientale, compresi Cina e
Giappone.
ESISTE IL RISCHIO DI UNA PANDEMIA?
È probabile che la maggior parte delle persone, specialmente
coloro che non sono regolarmente a contatto con i suini, non
abbiano le difese immunitarie necessarie a prevenire l’infezione
da virus. Se un virus suino si trasmette da uomo a uomo, può
causare una pandemia influenzale. L’effetto di una pandemia
generata da un tale virus è difficile da prevedere: dipende
dall’aggressività del virus, dal livello di immunità delle
persone, dalla protezione garantita dagli anticorpi sviluppati
con l’influenza stagionale e da altri fattori.
ESISTE UN VACCINO PER PROTEGGERSI?
Non esistono vaccini in grado di contenere gli effetti
dell’epidemia sull’uomo. Non si sa se gli attuali vaccini contro
l’influenza stagionale forniscano protezione anche nei confronti
di questa epidemia. I virus dell’influenza cambiano molto
rapidamente. È importante trovare un vaccino contro la forma
virale in circolazione così da fornire la massima protezione alle
persone vaccinate. Ecco perchè è importante che l’Oms abbia
accesso a quanti più virus possibile, in modo da selezionare il
virus più appropriato per il vaccino.
QUALI FARMACI POSSONO ESSERE USATI?
In alcuni paesi sono disponibili farmaci antivirali contro
l’influenza stagionale che prevengono e curano effettivamente la
malattia. Esistono due tipi di farmaci: adamantane (amantadina e
rimantadina) e i farmaci inibitori delle neuroaminidasi
(oseltamivir e zanamivir). La maggior parte dei casi di influenza
suina segnalati sono stati guariti senza il bisogno di attenzione
medica nè di medicine antivirali. Alcuni virus influenzali
sviluppano resistenza alle medicine antivirali, limitando così
l’efficacia della chemioprofilassi e del trattamento. I virus
influenzali isolati di recente dagli uomini colpiti
dall’influenza suina negli Stati Uniti si sono rivelati sensibili
all’oseltamivir e allo zanamivir, ma resistenti all’amantadina e
alla rimantadina. Non si hanno a disposizione sufficienti
informazioni per poter raccomandare l’uso di farmaci antivirali
per la prevenzione o la cura di questo tipo di influenza. I
medici devono prendere decisioni basate su valutazioni cliniche
ed epidemiologiche e sui danni e i benefici della profilassi/cura
del paziente.
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