Febbre suina, è a Roma il secondo contagiato

Dopo il caso di Massa, il morbo ha colpito un venticinquenne. Il ragazzo è già guarito, curato allo Spallanzani, non è mai stato ricoverato. Il ministro degli esteri messicano: "Contagio in fase calante". L'allarme dell'Oms: 787 casi e 40 morti

Febbre suina, è a Roma il secondo contagiato

Roma - Da Massa a Roma. Il virus influenzale A/H1N1 corre lungo la penisola. Trasportato da viaggiatori che tornano dal Messico. Prima il caso del 53enne tornato in Italia dopo una permanenza di sei mesi nella capitale messicana, ora quello di un ragazzo di 25 anni tornato da un viaggio in Messico e già guarito. Il giovane è stato curato dall’Istituto Spallanzani di Roma senza neppure essere stato ricoverato. Ora si trova in isolamento domiciliare con la sua compagna e sta prendendo anti virali in via precauzionale.

Siamo a quota due, quindi. E probabilmente il numero dei contagiati dalla nuova influenza è destinato a salire. Un terzo caso, infatti, potrebbe essere confermato nelle prossime ore a Firenze dove un uomo, che sta bene, è stato comunque messo in isolamento perché fortemente sospetto. Ma l’escalation delle infezioni era prevista. Anche se non desta alcuna preoccupazione. Lo confermano anche allo Spallanzani i medici che hanno curato il ragazzo infetto. «Sembra che questa influenza si presenti in una forma non particolarmente aggressiva, insomma, non così cattiva come si pensava», ammette la direttrice del laboratorio di virologia. Rassicurazione anche dal ministero della Sanità che non ha cambiato lo scenario illustrato sabato dal ministro Sacconi e dal sottosegretario Fazio. L’aumento dei casi in Italia «era previsto ma ciò non genera particolare preoccupazione – dicono al ministero - sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera di quella determinata dal virus dell’influenza stagionale, sia perché l’Italia dispone di scorte sufficienti di farmaci indicati per il trattamento di questa infezione nonché di Centri di riferimento di eccellenza per il ricovero e il trattamento delle persone affette».

Naturalmente un caso di infezione nella capitale suscita allerta tra gli amministratori della città, sindaco in testa. Oggi Gianni Alemanno riunirà una commissione di esperti ma a tutti manda a dire «che le misure di precauzione non devono essere un motivo di allarme per la popolazione ma solo un fattore di sicurezza». I controlli e la prevenzione, però, sono doverosi. E toccano anche la scuola. Il ministro Mariastella Gelmini sta per emanare una direttiva per gli studenti a rischio, che sono stati a contatto con persone infette o provengono da zone a rischio. Per loro c’è il divieto di rientrare in classe e di restare a casa, sotto sorveglianza sanitaria, per sette giorni.

E mentre in Italia si segue con attenzione l’evolversi del virus, l’Oms rassicura tutti sulla carne di maiale. Per gli esperti «il prosciutto è del tutto sicuro e si può tranquillamente mangiare. Ma la precisazione non frena la decisione dell’Egitto, (dove non c’è nessun caso di contagio), di far abbattere tutti i capi suini del Paese che si calcola siano circa 300mila. Una scelta che ha fatto scoppiare violenti scontri fra allevatori di maiali e poliziotti.

Dal Canada arriva invece il primo caso di contagio dell’influenza da uomo a suino. Un allevatore della provincia di Alberta ha infettato circa 200 suini risultati positivi al virus dell’influenza A/H1N1 che ha contagiato 85 persone nel Paese. L’allevatore era tornato dal Messico lo scorso 12 aprile e aveva lavorato per due giorni nella fattoria. Si tratta del primo caso accertato di «salto di specie» di ritorno: da suino all'uomo e da quest’ultimo nuovamente ai maiali.
Il panorama mondiale dell'influenza, dunque, non sembra aggravarsi, anzi. In Messico, dove si è stabilito che il picco si è collocato tra il 23 e il 28 aprile scorso «l’epidemia - secondo il ministro della Sanità Cordova - è entrata nella sua fase di calo».

Una notizia che ha rassicurato anche il presidente americano Barack Obama che ieri ha avuto un colloquio telefonico con il collega messicano Felipe Calderon sulla situazione relativa alla nuova influenza. Obama e Calderon hanno sottolineato, nel corso della conversazione durata venti minuti, l’importanza di una stretta collaborazione tra i due Paesi per fronteggiare l’epidemia.

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