Federica, morte violenta E di Victor non c'è traccia

Risultati dell'autopsia: la ragazza uccisa la sera in cui è sparita. Si cerca un'auto ripresa dalle telecamere. Ma l'unico sospettato è irreperibile

Federica, morte violenta 
E di Victor non c'è traccia

Lloret de Mar - Un simpaticone, Victor. Battuta pronta, sorriso aperto, Victor «el gordo», il ciccione, è il compagno ideale di una sera. Il mattatore che ti risolleva il morale e la giornata con un guizzo. Sempre prodigo di consigli e di pacche sulle spalle. Ma, con le ragazze, sempre mani a posto.

E, soprattutto, aria rassicurante. Quindi: come fai a non fidarti di un tipo così? Ora invece l'aria che tira qui, nel dedalo di questa balneo-casbah, inzuppata di fenomeni che marciano fuori giri, è un po' meno rassicurante. Almeno per Victor.

Comunque vada a finire, questa brutta storia è cominciata, sono le telecamere dei vari locali dello struscio, lungo Avinguda Just Marles, a rivelarlo, con lui che si allontana, in piena notte in compagnia di Federica Squarise, ed è finita con il cadavere di Federica, decomposto e irriconoscibile, mollato come un sacco dell'immondizia. Tra le sterpaglie di un parcheggio pubblico, nel cuore di Lloret de Mar. Forse non c’entrerà nulla Victor, il simpaticone, ma è un dato di fatto che lui resta l'ultima persona con la quale è stata vista Federica. E da ieri, forse sentendo addensarsi il peso dei sospetti, si è reso irreperibile.

Uruguaiano, trent’anni. Sempre in jeans e sempre con un maglietta, dai colori sgargianti, taglia XXL, penzolante sui fianchi. Una sorta di divisa d'ordinanza. Una moglie, da cui diceva di essersi separato, ma che nessuno ha mai visto. E un figlio di otto anni, che lui ha sempre sostenuto di avere. Ma che nessuno, dei suoi tanti amici di una sera, ha mai visto. Nemmeno in fotografia. E, di solito, una fotografia dei figli, i sudamericani amano tenerla nel portafoglio. E nel portafoglio si dovrebbero tenere anche i documenti. Un passaporto, per esempio. Magari, se vogliamo essere fiscali, persino un permesso di soggiorno. Ce li aveva? Anzi, ce li ha, questi documenti, Victor? Oppure è semplicemente un clandestino che non voleva e non doveva avere guai? Lascia cadere questo macigno, nello stagno piccolo e melmoso delle supposizioni, persino Valentina, siracusana trapiantata a Lloret de Mar, da tre anni. In servizio come barista al Beach & Friends, il bar dove Federica ha trascorso con l'amica Stefania, la prima parte della sua ultima notte di vita. Valentina dice, fa intendere. Ma poi frena, visibilmente turbata dagli avvenimenti di queste ultime ore (è stata lei a raccogliere per prima l'allarme di Stefania per la scomparsa dell'amica e a fare, conoscendo bene lo spagnolo, le telefonate negli ospedali per cercare di rintracciarla). Clandestino? Valentina glissa e si aggrappa come ad un salvagente a un diplomatico: «Chi può dirlo?».

Victor, El gordo, nel ritratto che viene fuori dalle sue parole è quello di un ragazzone bruttarello che, testuale, sembra una persona «per bene». Peccato, però, che di lui si sappia poco o nulla. Anche perché dal nulla, all'improvviso, è spuntato. Una sera di qualche tempo fa arriva, riesce a farsi amico Manuel, uno dei due proprietari del locale e così, dopo pochi giorni, in verità giusto 4 giorni prima dell'arrivo di Federica e della sua amica sulla Costa Brava, comincia a presentarsi nel locale. Senza assunzione né contratto. Solo così, per raggranellare qualche spicciolo. Alto il suo tono di voce sì, ma lui mai alticcio. «Al massimo gli avrò visto bere qualche chupito», ricorda Valentina. Niente di allarmante, dunque, per questi minuscoli bicchierini, tanto comuni in Spagna di liquore.

Quindi, riassumendo, abbiamo detto: sobrio, simpatico e rassicurante. Ma con uno o forse tanti segreti da nascondere. La presunta moglie, il presunto figlio. Persino i presunti documenti e l'indirizzo di casa. Certo il Dna che i poliziotti spagnoli gli hanno «consigliato» di farsi prelevare, l'altro giorno, quando si stava ancora cercando Federica, non dirà se lui ha i documenti in regola. Però potrà dirci se El gordo ha infranto qualche altra regola. D'altra parte, andando avanti ancora con le annotazioni che ci aiutano a tracciare l'identikit di quest'evanescente personaggio, peraltro perfettamente in sintonia con l'evanescenza del luogo e dei suoi frequentatori, ci sono altri dettagli. Illuminanti, o no, a seconda della luce sotto la quale vogliamo inquadrarli. Un'auto che forse possiede, ma che nessuno ha mai visto (a proposito gli investigatori iberici stanno cercando un'auto in particolare. O meglio il suo proprietario). E ancora quella sua tanta, persino un tantino esagerata (si lascia sfuggire, uno degli aficionados della pizzeria vicino) voglia di fare. Di rendersi utile.

Portando vassoi zeppi di beveroni ai tavoli del Beach & Friends e suggerendo il locale giusto per divertirsi, dopo l'aperitivo, agli spaesati ragazzi di turno. Appena arrivati dall'Olanda, dall'Inghilterra. O dall'Italia.

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