Un titolo che promette tanto: «Le ricette della felicità» (Rizzoli). Un libro su 140 modi di preparare da mangiare che rispecchia la Parodi di sempre: in quattro e quattr'otto, con quello che c'è in cucina, il pranzo - gustoso - è servito.
Ma non ci sono solo ricette, questa volta.
«No, infatti. C'è anche il mio modo di intendere il cibo. Ogni tanto qualcuno mi chiede come faccio a non ingrassare cucinando tutto il giorno o com'è possibile che i miei figli non siano cicciottelli. Rispondo che quello che conta è come ci rapportiamo con ciò che mettiamo in tavola».
Una questione di testa.
«Già, il cibo oggi si presta a tutto, all'arte, alle gare fra chef, ma provoca anche molte ansie. O perchè fa ingrassare o perchè è intriso di veleni. Suggerisco, al contrario, un approccio sereno, dettato dal buon senso».
Niente regole, divieti, calorie?
«Niente di tutto questo. Perchè gli schemi rigidi sono esasperazioni e ti portano alla ribellione. Infatti, spesso, le diete si abbandonano».
Invece mangiare è un gesto d'amore...
«Non si può pensare di avere sempre lo stesso standard. Così, con l'aiuto di nutrizionisti, ho suddiviso il libro in quattro categorie: ci sono i cibi di tutti i giorni da consumare in quantità (non esagerata); c'è una sezione light perchè se mangi due-tre giorni di fila come sopra puoi sentirti appesantito (ognuno ha un proprio modo di accusare gli eccessi, chi dopo la pizza o i carboidrati, chi dopo fritti e salumi); c'è una parte dedicata ai vegetariani (non ai vegani, però, visto che assecondo le scelte morbide) per presentare i diversi modi di preparare le verdure. In questo modo ciascuno può prevedere due o tre giorni a settimana completamente vegetariani, in linea con le raccomandazioni salutiste che suggeriscono di limitare il consumo di certe carni. Infine, la sezione dedicata ai dolci. Per alcuni di noi è molto difficile rinunciare al dessert. Se la felicità sta nel mettersi in ascolto del proprio corpo, nel trovare un equilibrio fra l'aspettativa della linea e la tentazione della gola, allora è bene rinunciare alla rinuncia. Altrimenti il pensiero dello zucchero si trasforma in un'ossessione».
I dolci di Benedetta però non sono molto calorici.
«Esatto. Escogito i trucchi per alleggerire i dessert, inserendo ricotta o yogurt al posto di creme e panna, frutta secca per ridurre lo zucchero e via così».
Un dolce buono e sano per i lettori del nostro Giornale? (Benedetta ha collaborato con la cronaca, negli anni dell'Università, ndr).
«La mousse di cioccolato fondente. Si frulla insieme una tavoletta di cioccolata con l'acqua. Si versa la crema in tanti bicchierini, la si mette in frigorifero ed ecco un dolce-poco-dolce e gustoso».
Una dritta per chi cucina tutti i giorni?
«Organizzarsi con metodo. E non buttare via niente. Prima di andare a fare la spesa controllare dispensa e frigorifero, poi, sfogliare qualche rivista di ricette. È importante sapere cosa si cucinerà».
Il pasto preferito di Benedetta?
«La cena è la mia coccola. Ci ritroviamo in famiglia e non rinuncio a nulla. Tanto poi esco a passeggio con il cane...».
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