Ferrara già condannato La Juve oltre il gelo vede Hiddink o Zoff

Due macchine della polizia, davanti al cancello del centro sportivo. Zero tifosi, però. Né contestazione: zero di zero. Torino ignora la Juve. E del resto non è certo questa la piazza dei moti popolari per invogliare la società a cacciare un allenatore. Ferrara, quasi come se nulla fosse accaduto, ha quindi lavorato anche ieri: alle 9.30, a bordo di una Maserati blu, è arrivato a Vinovo e si è chiuso in riunione con il suo staff. Appena prima delle 11 è toccato a Roberto Bettega varcare la soglia della casa bianconera: altre parole, poi allenamento defaticante per chi non aveva giocato contro il Milan.
Nel frattempo la solitudine di Ferrara - per il quale nessuno in società ha speso parole nel post partita di domenica sera - veniva se possibile ancora più acuita dalle notizie che rimbalzavano dalla Russia: secondo il sito sports.life.ru il tecnico olandese Guus Hiddink, tuttora commissario tecnico della nazionale, sarebbe stato autorizzato ad accettare eventuali incarichi come tecnico di una squadra di club, spianando così la strada all'ipotesi di un suo sbarco sotto la Mole. Il dado pare tratto, insomma, anche se resta una chance per l'ipotesi di un traghettatore: in tal caso, nonostante l'autocandidatura di Vialli («sarebbe bello»), Zoff sarebbe in pole position, anche se non entusiasta di avere una scadenza come lo yogurt. Più probabile però che si decida per un taglio netto, con un contratto triennale per il guru olandese (secondo Vitaly Mutko, ministro dello Sport russo, il pressing della Juve sarebbe «ossessivo») e un progetto che finalmente sia degno di tal nome. Oggi è probabile che ci sia un ultimo consulto nella sede di corso Galileo Ferraris, magari in concomitanza con la conferenza stampa che Ferrara terrà a Vinovo, alla vigilia della partita di coppa Italia di domani contro il Napoli: siamo al paradosso vero e proprio, punto e a capo. Con l'ex sorridente Ciro che domani andrebbe in panchina già sapendo di essere silurato, impossibilitato a salvarsi anche se si qualificasse per i quarti di Coppa.
Peraltro servirebbe una vera impresa per battere la truppa di Mazzarri: la Juve è a pezzi anche fisicamente, dovendo rinunciare a Marchisio (squalificato), Buffon, Camoranesi, Sissoko, Poulsen (frattura composta del perone: due mesi fuori), Iaquinta e Trezeguet. Considerato che Tiago è stato venduto all'Atletico Madrid - ma ieri, sul sito della società spagnola, la sua mancata presentazione veniva giustificata con «las malas condiciones climatológicas que había en la ciudad italiana», quando in realtà a Torino non c'era una nuvola nemmeno a pagarla - in mezzo al campo non resta che lo sciagurato Felipe Melo. Al suo fianco si improvviserà probabilmente Salihamidzic, visto che anche il giovane Marrone è in infermeria. In alternativa: Diego centrocampista e Del Piero di punta con Amauri.
Dettagli, forse, visto il momento tragicomico che sta vivendo la Signora. Disperata e disperante. Che non è ancora riuscita nemmeno a portarsi a casa Lanzafame, giovane di belle speranze parcheggiato a Parma e che adesso gli stessi emiliani non intendono lasciare partire senza adeguata contropartita: alla fine ci si metterà d'accordo per la seconda metà del cartellino di Mirante, ma anche queste difficoltà sono un segnale dell'impantanamento di cui è vittima la Juve.
«Non so quali siano le misure opportune da prendere - ha detto ieri Lippi, padre putativo del Ferrara allenatore -. In società ci sono persone all'altezza della situazione. In questo momento vedo in campo giocatori timorosi, protagonisti di errori che abitualmente non commetterebbero. Così, la squadra non riesce ad esprimersi ai livelli che le competono».

«I dirigenti devono prendere con calma le loro decisioni, ma sono convinto che Ferrara sia un ragazzo che ha tutte le possibilità di rimettere in moto la squadra», è invece il parere dell'ex presidente Cobolli Gigli. Il suo parere rimarrà però quasi certamente inascoltato: le ore di Ferrara come allenatore della Juve paiono contate.

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