Con la Fiat 500 per far girar la testa a mezza Europa

Per il tour (tre a bordo più borse, computer e macchine fotografiche) è stata scelta la versione 1.3 Multijet. In Germania, dove è consentito, raggiunti i 165 orari Ovunque capannelli di curiosi

da Parigi

Per lunghi anni, in questa stagione, migliaia di Fiat 500 hanno permesso a molti italiani di raggiungere le mete delle vacanze, affrontando trasferte senza sosta di chilometri e chilometri. Anche con quattro persone a bordo e cariche, per quanto possibile di bagagli, dentro e fuori la carrozzeria, erano protagoniste di imprese epiche. Nessuno, però, se ne rendeva conto, visto che era la norma. Pensando a quegli esodi, un tour delle principali capitali europee da compiere in sette giorni è senza dubbio meno avventuroso. Ma ha la doppia valenza di offrire un immediato raffronto tra i punti in comune della Fiat 500 di ieri e quella di oggi, e di rappresentare un test importante, per valutare prestazioni e comfort con una media di circa mille chilometri da percorrere ogni giorno.
«Auto oggi» e «Cambio». Organizzato da Aci-Mondadori per raccogliere spunti per ampi servizi da pubblicare sulle riviste Auto oggi e Cambio, oggi il test di durata con l’ultima nata e la più attesa delle Fiat è a metà del suo percorso. Partita da Torino il giorno seguente la scenografica presentazione, la Fiat 500 1.3 Multijet con tre persone a bordo ha già valicato il Brennero, toccato Berlino, Amburgo e l’Olanda, per passare successivamente a Londra e Parigi. Nei prossimi giorni non resta che arrivare a Madrid, Barcellona, Genova, Roma e tornare a Milano nella giornata di mercoledì.
Sono trascorsi solo tre giorni e il contachilometri della piccola auto ha già superato quota 2.600. E nei prossimi giorni si prosegue sullo stesso ritmo. Un impiego che va oltre quello standard previsto, perché la 500 di oggi ha un ruolo diverso da quella di 50 anni fa. Deve regalare piacere, non fare soffrire anche se, obiettivamente, il termine sofferenza non rientra tra quelli espressi da chi alla fine di ogni tappa abbandona il sedile di guida. Al massimo può parlare di sacrificio il terzo uomo a bordo, il fotografo relegato sul divano posteriore, ma solo perché deve dividere lo spazio disponibile con le borse delle sue attrezzature.
Un viaggio «diverso». Fin dai primi metri si è capito che questo viaggio sarebbe stato diverso dagli altri. Non per gli imgombri o la potenza, ma per il fatto che la protagonista non passa inosservata. C’è gente che per farsi notare spende centinaia di migliaia di euro, quelli necessari per una supercar, mentre 10.500 euro bastano per ottenere lo stesso risultato. Anzi, superiore. Se in Italia può essere prevedibile che lo scooterista arrivi a sfiorare lo specchio retrovisore per sbirciare all’interno tra un semaforo e l’altro, sorprende quel che avviene all’estero. In Germania, dove la 500 arriverà solo a ottobre, è il soggetto preferito delle foto rubate con il telefonino dagli automobilisti in sorpasso sulle autobahn, mentre in Inghilterra chi è al volante diventa una vera star da caccia all’autografo.
Niente male per un’auto che era stata disegnata solo per dimostrare come avrebbe potuto apparire una nuova serie se la produzione non fosse stata interrotta. E uscendo dai nostri confini si scopre che l’amore non è solo un sentimento nostrano di riconoscenza a un oggetto che è stato presente praticamente in tutte le famiglie. Anche i freddi abitanti del Nord Europa dimostrano di apprezzare l’operazione nostalgia che si annuncia più riuscita di altre.
In autostrada. L’autostrada non dovrebbe essere l’ambiente ideale per un veicolo con queste caratteristiche, eppure riesce a sorprendere. Soprattutto in Germania, dove nei tratti privi di limitazioni i 165 chilometri orari effettivi sono raggiunti senza difficoltà e superati nei tratti in discesa, con evidente sorpresa di chi alla guida di una berlina teutonica vede avvicinarsi nello specchio retrovisore gli inconfondibili fari tondi di un’auto nuova, ma già famosa. Mentre i chilometri scorrono velocemente, il tempo all’interno trascorre andando alla ricerca di tutti quei dettagli che rappresentano l’anello di congiunzione tra passato e presente. Volante, cruscotto, plancia in tinta con la carrozzeria, pomello del cambio, finestrini posteriori, paraurti cromati, gli elementi che scatenano ricordi più o meno lontani sono veramente tanti. Al punto da portare nel tratto alpino a provare qualche cambiata con la caratteristica doppietta. Un gioco, un esercizio inutile, perché il cambio è morbido e preciso, oltre che dotato di una leva molto vicina al volante. E quelle piccole ruote che fine hanno fatto? Sostitute da cerchi e pneumatici attuali nei diametri e nelle sezioni hanno dato alla nuova 500 reazioni simili a quelle delle Mini del passato e del presente, per rimanere in tema di nostalgia. Reazioni che ricordano quelle di un go-kart, fatte di risposte precise a ogni variazione sul volante e di coricamenti limitati in curva. In viaggio intorno all’Europa con la nuova Fiat non ci si sente certo soli, si ha la sensazione di essere circondati da amici, ma per riuscire a coprire le percorrenze quotidiane previste bisogna ridurre al minimo le soste. In caso contrario, a ogni fermata si è assaliti da curiosi che vogliono, vedere, toccare, fotografare e perfino annusare il loro nuovo oggetto del desiderio. Sotto questo punto di vista il motore diesel viene in aiuto. Anche messo alla frusta dall’assenza di limiti di velocità, e in condizioni vicine al pieno carico, con un litro di gasolio i 15 chilometri percorsi sono nella maggior parte dei casi una realtà.
L’incognita Spagna. Al Nord la 500 è piaciuta, ora aspettiamo di vedere che cosa succederà nei prossimi giorni che precedono il ritorno in Italia. C’è curiosità per le reazioni degli spagnoli. Per tradizione alle due volumi preferiscono le tre volumi, che alcuni costruttori in passato hanno confezionato quasi esclusivamente per quel particolare mercato.

Vedremo se lo stile della nuova Fiat riuscirà a far dimenticare la convinzione che la capacità di carico è irrinunciabile per l’automobilista spagnolo. Anche perché tra le tante sorprese che la 500 riserva c’è quella che si conosce quando si solleva il portellone. Nessuna rivale tra le auto dell’operazione nostalgia riesce a fare meglio.

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