Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden starebbe valutando seriamente l'ipotesi di un passo indietro, a detta di un alleato intimamente vicino al presidente. La notizia, riportata dal New York Times, tuttavia, è già stata bollata come "assolutamente falsa", in un post su X del vice portavoce della Casa Bianca Andrew Bates, pochi minuti dopo la pubblicazione dell'articolo. Ma sulla vicenda è intervenuto il presidente in persona, , in una telefonata con lo staff della campagna elettorale, Biden ha affermato: "Nessuno mi sta spingendo ad andarmene".
Anche la Cnn, confermando la notizia pubblicata dal Nyt, riferisce che il presidente Javrebbe riconosciuto che i prossimi giorni saranno cruciali per capire se è ancora in grado di salvare la sua candidatura. In caso di esito negativo, ha riferito la fonte dell'emittente, sarebbe disposto ad accettare che le cose "non stanno funzionando". Il presidente "capisce il momento. Ha gli occhi aperti", ha riferito la fonte. "I sondaggi sono in caduta, la raccolta fondi si sta fermando e le interviste non stanno andando bene. Non è ignaro", ha aggiunto.
Un'ipotesi comunque suggestiva che renderebbe sempre più papabile l'opzione Kamala Harris. Del resto, il dilemma "Harris non Harris" anima la squadra di Joe Biden fin dalla scorsa candidatura. Nel suo entourage, infatti, non tutti concordavano sull'inclusione nel ticket presidenziale di questa lady di ferro che incarnava, almeno in apparenza, tutti i criteri del crogiolo americano.
Quando Kamala Harris si dichiarò "pronta a servire"
Con il passare del tempo, tuttavia, Kamala Harris ha progressivamente deluso le aspettative di chi aveva visto in lei un co-pilota reale del canuto Joe, pronta a prendere il comando in una attesissima transizione. Così non è stato: non solo perché il tanto atteso passo indietro non c'è stato, ma perché la tanto osannata Kamala ha deluso la casa dem,costretta a mal sopportare la sua presenza. Così, mentre milioni di persone inneggiano romanticamente a Michelle Obama,il partito si è trovato ostaggio della nomina, senza riuscire più a disfarsene.
Erano gli inizi di febbraio quando, da queste colonne, si discuteva dell'ipotesi Harris in seguito al discusso report sulla "salute" mentale del presidente Usa. In quei giorni Harris si era dichiarata "pronta a servire" come presidente,rispondendo a una domanda del Wall Street Journal, dopo le polemiche scoppiate sulla lucidità mentale del presidente. Tuttavia, un allora sondaggio Nbc, la inchiodava a un livello di impopolarità assai alto: il 42% degli intervistati nutriva un'opinione molto negativa su di lei. In quei giorni, tuttavia, la vicepresidente Usa aveva seguitato a difendere a spada tratta il comandante in capo, ribadendo che i commenti sulla sua memoria erano "politicamente motivati".
Il "sorpasso" di Kamala Harris
In realtà Harris ha avuto anni difficili alla Casa Bianca, segnati da tensioni ed incomprensioni con il team del presidente, che le avrebbe riservato solo agende complesse, a cominciare dal dossier immigrazione, portandola a tassi di popolarità ancora più bassi di quelli di Biden. Un trend che prosegue: i sondaggi, dopo il dibattito, danno infatti al presidente una popolarità del 34% e alla vice presidente del 29%
Ora, miracolosamente, il sorpasso. Nelle ore più più buie per la popolarità di Biden in seguito al disastro andato in onda sulla Cnn, le fragilità mostrate da Biden sembrano mutare la percezione della sua poco amata vice. Secondo un sondaggio realizzato per la Cnn tra elettori registrati nei giorni successi al dibattito, il vantaggio di Donald Trump su Joe Biden sarebbe salito a 6 punti, il 49% contro il 43%. Ma questo si ridurrebbe a due punti, 47% a 45%, se a sfidare l'ex presidente a novembre ci fosse la Harris.
Lo stesso sondaggio indica il 56% degli elettori democratici crede che il partito avrebbe maggiori possibilità di vittoria con un candidato diverso dall'81enne presidente. "Noi vogliamo vincere, e probabilmente sarebbe più facile con qualcun di diverso da Biden", dichiara a The Hill il collaboratore di un senatore dem. E riguardo alle chance di Harris, James Clyburn, uno degli esponenti di punta del caucus afroamericano, e grande alleato di Biden, ha già detto che, se il presidente si ritirerà, lui sosterrà Harris, la prima vice presidente afroamericana.
Chi sostiene Kamala Harris
Un'insospettabile claque afroamericana sembra ora chiedere a gran voce la discesa in campo della Harris: tra questi, la senatrice afroamericana Laphonza Butler loda "l'incredibile lavoro" svolto da Harris come "partner del presidente nel guidare il Paese e il partito", rispondendo a chi le chiede se crede che la vice presidente potrà essere efficace come candidata alla Casa Bianca. "Tutto sono nello spirito di continuare la battaglia per il popolo americano e vincere queste elezioni", ha continuato la senatrice eletta in California dove, dopo il dibattito, ha accompagnato Harris per un tour elettorale. "Quello che la vice presidente mi ha detto è che lei è pronta a continuare a girare il Paese, parlare con gli elettori e lavorare per vincere le elezioni", ha poi concluso la democratica.
Un altro estimatore di Harris, lo stratega Jamal Simmons, che fino allo scorso anno è stato direttore della comunicazione della vicepresidente, ricorda che, in caso di uscita di scena di Biden, sarebbe lei la candidata più legittimata a prendere il suo posto, anche se da giorni circolano altri nomi. "Istituzionalmente non c'è nessuno in una posizione migliore di Kamala Harris, penso che vincerebbe una convention aperta", aggiunge, riferendosi al possibile scontro tra diversi candidati a prendere il posto di Biden che potrebbe andare in scena alla convention di Chicago.
Cambiare cavallo in corsa potrebbe costare caro ai dem, soprattutto fra gli ethnics: la scorsa campagna elettorale ha, infatti, creato l'illusione che Harris fosse allineata con la far left su temi scottanti come la giustizia penale o l'immigrazione. I fatti hanno, però, dimostrato il contrario. Conviene non cascare nuovamente in questa ingenuità. E allora, forse, meglio Biden?
Michelle Obama resta tra i papabili
Michelle Obama, nonostante tutto, continua a rintrare dalla porta principale dei papabili. Nei fatti è l'unica tra i democratici considerati possibili sostituiti di Biden nella corsa per la Casa Bianca che potrebbe battere Trump secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, che registra come l'ex first lady - che ha sempre negato di voler scendere in politica - avrebbe un ampio vantaggio sull'ex presidente, il 50% contro il 39%. Tra gli altri democratici presi in considerazione dal rilevamento, Harris, che sarebbe sconfitta, invece, per un punto da Trump, 42% contro il 43%.
Mentre il governatore della California, Gavin Newsom, viene dato indietro di 3 punti, e la governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer di 5. A differenza di altri sondaggi, questo poll non registra un arretramento di Biden dopo il dibattito e descrive il duello tra Biden e Trump come un testa a testa, con entrambi i candidati al 40%.
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