nostro inviato a Torino
Potevano essere giorni di grande festa per Torino, con la nuova Fiat 500L pronta a essere prodotta al ritmo di 600 unità al giorno nello stabilimento di Mirafiori. Era tutto previsto, a partire dall’investimento (circa 1 miliardo), ma il tira e molla con i sindacati sul contratto Fiat aveva ritardato oltre misura i progetti. Quindi la doccia fredda, il 22 luglio del 2010 direttamente dagli Stati Uniti: il programma L-0, ovvero la futura «Cinquecentona», non sarà più realizzato a Torino, bensì a Kragujevac, in Serbia, più o meno con lo stesso investimento ma con il valore aggiunto dei ponti d’oro messi in campo dal governo di Belgrado. Una vera doccia fredda ma anche la prima dimostrazione concreta del nuovo volto del gruppo Fiat-Chrysler (ieri il Lingotto, con l’acquisizione di un primo 3,3% in mano al fondo Veba, è salito al 61,8% della casa di Auburn Hills: valore dell’operazione meno di 200 milioni di euro), sempre più internazionale e orientato a produrre dove risulta più conveniente.
Sergio Marchionne va avanti per la sua strada, conferma gli investimenti annunciati, ma guarda con non poca apprensione ai dati delle immatricolazioni di automobili in Italia (-24,4% a giugno, ai livelli del 1979) e in Europa, da mesi in caduta libera. E per fortuna, fa capire, che il gruppo Fiat è sbarcato negli Stati Uniti e detiene la maggioranza della Chrysler. Il mercato Oltreoceano, infatti, continua a galoppare e Fiat-Chrysler fa da battistrada: +20% il mese scorso per i marchi del Michigan e +122% per la Fiat, grazie alla rediviva 500 e, in particolare, al modello griffato Abarth. Ma se in futuro anche le vendite negli Usa dovessero segnare il passo, ecco che i piani del Lingotto subirebbero un duro contraccolpo. E Marchionne, che ha programmato il rilancio di Mirafiori in funzione dell’esportazione negli States dei nuovi modelli (i Suv compatti di Fiat, mostrati ieri per la prima volta, e Jeep) pianificati nel 2013, ieri ha suonato un primo campanello d’allarme: «Se la situazione dovesse precipitare - ha spiegato l’ad - sarà impossibile mantenere in vita l’attuale capacità produttiva in Italia». Da qui la reale possibilità di tagliare uno dei cinque impianti nel nostro Paese. Le vendite ai minimi termini in Italia, viste a 1,4 milioni di unità nel 2012 (un milione in meno rispetto a pochi anni fa) e il problema, tuttora irrisolto, della sovraccapacità produttiva in Europa, senza un forte sbocco in altre aree, porterebbero il settore a una crisi senza precedenti.
Per ora l’America regge molto bene e la capacità produttiva degli stabilimenti di Fiat-Chrysler è praticamente al massimo del giri. «Ecco perché - afferma Marchionne - alla fine di quest’anno non ci saranno problemi, su quel mercato, a raggiungere la quota di 2,8 milioni di auto vendute». Vero è che Marchionne non può «fare a meno della tranquillità industriale» e, annunciando che oggi gli avvocati della Fiat depositeranno il ricorso alla recente sentenza su Pomigliano, dice chiaramente che «in caso di sconfitta, per far entrare i 145 operai della Fiom, dovranno uscirne altrettanti dalla fabbrica campana». «Non è vero - aggiunge a margine della presentazione della 500L - che il nostro è un atteggiamento discriminatorio: 20 dei nostri operai assunti, infatti, nel 2010 erano iscritti al sindacato di Maurizio Landini».
In questo clima senza dubbio teso e pieno di incertezze, ieri le Officine Grandi Riparazioni di Torino hanno ospitato il vernissage della Fiat «made in Serbia». Davanti al presidente onorario di Exor, Gianluigi Gabetti, e a Pio Teodorani-Fabbri, marito di Maria Sole Agnelli, insieme al management di Fiat Group Automobiles con Olivier François, designer e progettisti, il nuovo modello è stato presentato alla stampa. La 500L, che sarà in vendita dalla metà di settembre al prezzo base di 15.550 euro, potrebbe dare un’importante svolta al gruppo di Torino. Il prossimo anno sbarcherà anche sul mercato americano dove sarà offerto anche nella versione Trekking e, quindi, nella conformazione a sette posti (non è chiaro dove sarà prodotta). François non si è sbilanciato sugli obiettivi di vendita della 500L: si sa solo che, a regime, i 2.500 operai serbi (sono 1.450 ora) assembleranno circa 140mila unità l’anno.
La 500L, dunque, rimane per ora la novità
di rilievo della Fiat per il 2012. E nel confermare i due Suv compatti per Mirafiori dal 2013, Marchionne ha ribadito che la nuova Punto resta nel freezer: «Farla ora sarebbe un fallimento, i prezzi sono tutti al ribasso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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