Fiere, il patto dell'acciaio: Made in Steel sbarca a Fiera Milano

Da 3 al 5 aprile 2013 la biennale nata a Brescia si terrà a Fieramilanocity. Obiettivo: l'internazionalizzazione. La decisione presa da organizzatori e fiera bresciana: servono spazi espositivi più grandi. L'ad di Fiera Milano, Pazzali: "Scelta lungimirante. Abbiamo know how, visibilità e prestigio per imporre Made in Steel all’attenzione dei protagonisti internazionali del mondo siderurgico". Guarda il video della presentazione

Fiere, il patto dell'acciaio: Made in Steel sbarca a Fiera Milano

Made in Steel, la conference & exhibition dell’acciaio italiano diventa più grande e vuol crescere ancora. Così, dopo quattro edizioni che si sono svolte a Brescia, dove la manifestazione è nata, sbarca a Milano: l’edizione numero cinque della biennale si terrà nei padiglioni di Fieramilanocity dal 3 al 5 aprile 2013. Con un obbiettivo preciso, ambizioso ma praticabile proprio grazie all’accordo con Fiera Milano: l’internazionalizzazione, l’apertura a nuovi mercati, la volontà di competere a livello globale. La risposta della nostra siderurgia alla crisi si chiama infatti export. E per dare l’annuncio è stato scelto un luogo simbolico come la Fonderia Napoleonica Eugenia di Milano, antica struttura industriale che risale al 1801 ora riconvertita con un recupero post-industriale.

Scelta pragmatica quella di Made in Steel, innescata dalla crescente richiesta di spazi espositivi che Brixia Expo non può garantire. Riconoscimento del ruolo sempre crescente ricoperto da Fiera Milano a livello internazionale che può essere decisivo per accompagnare lo sviluppo di un settore come quello siderurgico italiano che ha un giro d’affari annuo di oltre 35 miliardi di euro, con cento aziende produttive, 37mila dipendenti diretti e oltre 1.250 aziende della distribuzione. A livello europeo, l’Italia è il secondo produttore e consumatore d’acciaio, preceduto solo dalla Germania.

Nessuna guerra tra fiere, però, dietro allo spostamento, ma un passo concordato con la Fiera di Brescia e voluto, spiega l’ad di Made in Steel, Emanuele Morandi, "per soddisfare la crescente richiesta di spazi da parte degli espositori che il polo bresciano non era più in grado di soddisfare. In Fieramilanocity Made in Steel può continuare ad essere un laboratorio di idee. Con Fiera Milano siamo convinti sia possibile costruire un evento di valore per attrarre l’intero mondo dell’acciaio in Italia, con una finestra sull’eccellenza del Sistame Italia, un’opportunità per riflettere anche sulla visione strategica e industriale del nostro Paese".

Strategia confermata anche da Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio di Brescia: "Salutiamo con favore questo accordo che consentirà a un evento nato e cresciuto a Brescia di potersi confrontare con nuove sfide in un’area più globalizzata, diventando più competitivo, dando anche maggiori strumenti, opportunità e visibilità alle piccole e medie imprese dell’acciaio di cui Brescia ha sempre rappresentato un’eccellenza. La fase di start up di Made in Steel è terminata. Ora si apre la seconda fase: quella dell’internazionalizzazione".

"Made in Steel guarda al futuro – afferma l’amministratore delegato di Fiera Milano Enrico Pazzali – e sceglie Milano come base espositiva su cui costruire la seconda fase del suo sviluppo. Ne siamo molto lieti. Fiera Milano possiede il know how, la visibilità e il prestigio per imporre Made in Steel all’attenzione dei protagonisti internazionali del mondo siderurgico. Inoltre  stiamo  portando avanti un processo di rapida crescita all’estero: già organizziamo in Cina, India, Brasile e Russia una cinquantina di eventi professionali, mentre altri mercati dinamici sono alla nostra attenzione. Siamo dunque in grado anche di accompagnare all’estero le imprese italiane. Il trasferimento di Made in Steel è una decisione lungimirante e coraggiosa: va a merito di chi l’ha presa e dimostra che talvolta l’interesse delle aziende, al cui servizio sono le fiere, riesce a prevalere, al di là di tentazioni localistiche sempre in agguato".

"Stiamo dimostrando che in Italia, a differenza di quello che si dice comunemente, si riesce a fare sistema – continua Enrico Pazzali, -. A Milano le aziende  avranno l’opportunità di incontrare più mondo, più buyer stranieri. Noi portiamo il mondo a Milano ma anche le imprese italiane nel mondo, in un momento di bassa crescita per l’Europa e l’Italia, con la nostra vocazione al business to business. E il mondo dell’acciaio è fatto di business internazionale. E guardiamo anche ad Expo 2015, una grande opportunità di comunicazione per le imprese e con l’edizione 2013 iniziamo a costruire un percorso perché anche Made in Steel possa esserci".

Il tema dell’estero diventa ancora più attuale alla luce dei risultati del 2011 del settore siderurgico. Il quadro che emerge dall’analisi che il Centro Studi di Siderweb ha effettuato, sui dati rilevati da Federacciai, evidenzia che la risposta della siderurgia italiana alla crisi è proprio l’esportazione, che ha contenuto il calo della produzione nel triennio 2008-2011. La vendita di acciaio made in Italy al di fuori dei confini nazionali, dopo il crollo del 2009, nel 2010 e 2011 ha fatto registrare incrementi a due cifre, con un +20% e +12% annuo. L’export è stato nel complesso di 16,966 milioni di tonnellate. Nel quadriennio 2008-2011 anche le importazioni di acciaio si sono ridotte, a causa della debole dinamica della domanda interna e dell’andamento cedente del cambio euro/dollaro, scendendo da 22,369 milioni di tonnellate a 17,374 milioni. Il saldo negativo tra import e export di prodotti siderurgici si è quindi ridotto da 4,5 milioni di tonnellate a circa mezzo milione di tonnellate, avvicinando il nostro Paese ad un equilibrio di flussi che storicamente si è verificato molto raramente.

E Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai, guarda avanti: "I dati sul livello raggiunto dal nostro export dicono che siamo già proiettati verso il futuro e che siamo decisi a raccogliere la sfida dell’internazionalizzane, l’Italia è un grande produttore di acciaio e di prodotti di qualità richiesti da molti mercati dove dobbiamo impegnarci a crescere ancora e dove la concorrenza estera è sempre più forte, penso ad esempio alla Turchia in Nordafrica.

Abbiamo know how, tecnologie, capacità produttive e d’innovazione che non sono seconde a nessuno ma dobbiamo tornare a fare ciò che fino a qualche anno fa sapevamo fare benissimo: prendere la valigia in mano per conquistare nuovi mercati". La nuova sfida è questa.
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