Figli, professione e sesso: ecco le mamme dopo il parto

L’esperto: dopo la gravidanza c’è volontà di reazione, ma la coppia rischia

Paola Fucilieri

da Milano

La mamma italiana si ribella, liberandosi definitivamente dagli stereotipi e dimostra di voler «crescere». Dedita ai figli, ma anche donna più volitiva e «combattente», insomma. E se - a causa dell’impegno profuso nell'accudire la famiglia - dopo il parto recepisce la propria sessualità «frustrata», è pronta a recuperarla tutti i costi.
Questi i sorprendenti risultati emersi dalle risposte fornite in un questionario al quale oltre 1000 mamme - di età variabile dai 20 ai 46 anni - hanno risposto, in forma anonima (era possibile dare risposte multiple) nel corso della manifestazione Merano Mamma tenutasi recentemente a Merano e che tornerà a Riccione dal 2 all'8 luglio. Un ritratto che combacia quasi perfettamente peraltro anche con le nuove dinamiche della coppia emerse da una ricerca messa a punto recentemente (e della quale non sono ancora stati resi noti nel dettaglio i risultati) dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano e dall’Azienda ospedaliera di Pisa sulle dinamiche post partum partendo da alcuni dati riportati recentemente da «The Lancet», storica rivista scientifica inglese di medicina.
In generale, i risultati del sondaggio mostrano che la partecipante «tipo» alla manifestazione ha intenzione di ritornare a lavorare o già lavora dopo il periodo di maternità (il 69 per cento), che desidera educare il figlio in modo severo, che vuole allo stesso tempo riappropriarsi al più presto (il 94 per cento delle mamme hanno risposto che «nei prossimi 2 mesi, la mia vita sessuale migliorerà») della propria intimità con il compagno e che si tiene in forma dedicando al proprio benessere e alla cura della persona almeno 4 ore alla settimana (64 per cento) andando in palestra, con massaggi nei centri estetici, andando in piscina o semplicemente staccando e riposandosi. «Dalla nostra ricerca emerge un processo di crescita portentoso da parte della donna in particolare, ma anche della coppia - ci spiega il professor Claudio Mencacci che dirige il dipartimento di salute mentale dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano -. Il principale fattore a rischio per l’insorgenza della depressione post partum nelle nuove mamme, infatti, riguarda proprio il recupero della propria identità professionale. Analoga è anche la forte richiesta del recupero di una vita d’intimità e di relazione». Per oltre il 75% delle donne intervistate a Merano Mamma la vita sessuale dopo il primo figlio ha avuto una drastica riduzione, riducendo il numero di rapporti a meno di una volta al mese; la percentuale sale al 87 per cento nel caso delle mamme che hanno un bimbo con meno di 7 mesi; scende al 55 per cento per le mamme con bimbi di oltre 2 anni. Il 94 per cento delle intervistate ritiene la presenza del compagno fondamentale non solo per dare una mano in casa, ma anche e soprattutto per la crescita dei figli (il 91 per cento del campione intervistato ritiene che il proprio figlio debba essere educato «in modo severo»).
«Da questo ritratto - prosegue Mencacci - viene fuori, prepotentemente l’aspettativa di maggiore responsabilizzazione dei figli da parte della madre al quale si affianca, con altrettanta forza, la sua volontà a far convivere necessariamente la maternità e la crescita della prole con una realizzazione di sé, professionale, biologica e individuale.

Del resto la maternità e la paternità comportano processi di adattamento tutt’altro che ideali: la nostra ricerca evidenzia l’emergere, in questo periodo che si crede difficile solo per la donna, un numero non irrilevante (il 4 per cento) di padri che diventano preda di disturbi depressivi; la percentuale raddoppia se l’uomo in questione ha anche problemi di altro genere. Infatti è proprio nel periodo post partum che nascono la maggior parte delle relazioni extraconiugali, le cosiddette "coppie d’ufficio", la cui insorgenza è legata per lo più alla vulnerabilità maschile».

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