Il figlio uccide il papà mafioso «Faceva il boss anche in casa»

L’uomo entrava e usciva dal carcere. Il delitto dopo l’ennesima lite

da Molfetta

È crollato all'alba, dopo un lungo interrogatorio, e ha confessato ai carabinieri e al Pm di essere lui l’assassino che stavano cercando: per questo è stato sottoposto a fermo Leonardo Spaccavento, di 23 anni, accusato di aver ucciso ieri sera a Molfetta, dopo un ennesimo violento litigio il padre, il pregiudicato Mauro Spaccavento, di 53 anni.
Secondo il racconto del ragazzo e i primi riscontri trovati dai carabinieri, Mauro Spaccavento era un uomo duro, un uomo che troncava ogni tentativo di Leonardo di sollevarsi dall'ambiente degradato nel quale aveva visto padre e madre durante la sua infanzia. Perché non vivesse in quell'ambiente Leonardo, da piccolo, da quando aveva otto anni, aveva vissuto a lungo in istituto, anche perché alla madre era stata inflitta una dura condanna per stupefacenti e il padre, per gli stessi reati, entrava e usciva dal carcere.
Mauro Spaccavento è stato ucciso ieri sera con diversi colpi di pistola, almeno quattro, che lo hanno raggiunto in più parti del corpo. L'uomo - che quando è stato colpito si trovava per strada, nel centro cittadino - non è morto subito: è stato portato nell'ospedale cittadino dove è spirato poco dopo.
Per raggiungere e fuggire dal luogo dell'agguato, compiuto in un vicolo a poche centinaia di metri dalla sede del comando della polizia municipale, Leonardo Spaccavento - hanno accertato i carabinieri - ha utilizzato una Fiat Brava di proprietà di una delle sorelle, successivamente sottoposta a sequestro. Il ragazzo è stato fermato - sulla base di un provvedimento del Pm inquirente della Procura di Trani (Bari), Michele Ruggiero - per i reati di omicidio aggravato e porto illegale di arma da fuoco. L'arma usata per l'omicidio non è ancora stata trovata.
Leonardo Spaccavento gestiva da qualche tempo un bar, di proprietà del padre. Questi si recava spesso al bar, ma non ci lavorava: spesso anzi litigava col figlio, perché nel locale si lasciava andare a comportamenti che infastidivano i clienti. Erano stati proprio i gesti sconsiderati di Mauro Spaccavento - a quanto hanno ricostruito i carabinieri - a determinare, appunto, l'ultimo litigio col figlio, ieri sera. Il ragazzo aveva infatti deciso di restituire al padre la gestione del bar perché la sera della finale dei Mondiali l'uomo si era presentato al bar, dove Leonardo aveva allestito un maxischermo per attrarre un po’ di clienti, e aveva cominciato a infastidire le ragazze.

Per questo motivo, tra Leonardo e Mauro Spaccavento c'è stata una discussione violenta: litigio che si è ripetuto ieri sera proprio perché Leonardo non riusciva a liberarsi dai pessimi comportamenti del padre, che spesso - hanno accertato i carabinieri - interferivano anche con la vita privata del giovane.

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