Banca Etica sta provando, in queste settimane, a misurare le prospettive economiche e produttive degli investimenti legati alla finanza sostenibile e per cercare di unire obiettivi pragmatici e ideali di rilancio della finanza ha scelto la strada di mostrare in forma trasparente a clienti e stakeholder le attività di finanza sostenibile in cui è coinvolta. Così da cercare di dare delle metriche sull'impatto del legame tra sostenibilità e finanza. Una mossa che rappresenta un primo passo in Italia e che mostra interessanti risvolti su cosa è definibile "sostenibile" in ambito finanziario nel Paese.
I numeri di Banca Etica
L'istituto basato a Padova ha recentemente presentato i suoi bilanci per l'anno 2021, indicando una sensibile crescita dei ricavi (a 109 milioni di euro, +10,5% rispetto al 2020), dell'utile netto (18,97 milioni, con una crescita di oltre il 40%) e dei dipendenti impiegati (438, +12,5% anno su anno), segno di un business in forte crescita che la banca, forte di un solido indice Tier 1 pari a 15,56 (quasi il doppio della soglia minima perchè una banca sia ritenuta solida patrimonialmente), vuole coniugare con una crescente attività sociale e sul ritorno etico delle sue attività.
Banca Etica, lo ricordiamo, è una società cooperativa per azioni che vede un capitale distribuito su 46.495 soci, di cui solo sette, stando ai bilanci, hanno una quota maggiore dello 0,01%: i comuni di Ravenna (0,01%), Firenze (0,02%) e Cervia (0,03%) si aggiungono alle banche di credito cooperativo Chiantibanca (0,01%) e Cassa di Trento (0,12%), al big delle assicurazioni UnipolSai (0,18%) e alla cooperativa calabrese Confidi, consorzio di garanzia collettiva fidi tra le piccole e medie imprese calabresi, unico azionista con l'1% delle quote. Un complessivo 1,37% delle quote che per il resto è parcellizzato tra i soci, veri proprietari della banca. E proprio in virtù della polverizzazione del capitale la banca ha voluto rispondere agli obblighi di trasparenza che il richiamo all'etica nel nome stesso dell'istituto padovano richiama.
Il Report d'Impatto
Pertanto, è disponibile il Report d'Impatto 2022 che, ancor più dei risultati economici del gruppo, ne segnala la volontà di prestare fede al proprio nome. E che rappresenta il complemento dei risultati di bilancio. Si, perché prima di tutto per essere "sostenibile" un'istituzione finanziaria, piaccia o meno, deve produrre risultati. Poi può impegnarsi a giustificarli.
E il lavoro di Banca Etica in tal senso è importante. L'istituto veneto non manca di sottolineare la sua personale concezione di "sostenibilità" della finanza in apertura. In primo luogo, l'attenzione alle competenze: Banca Etica si propone di stimolare chi riceve il credito a sviluppare le competenze e l’autonomia necessarie ad acquisire la responsabilità economica, sociale e ambientale. Un impegno che ribalta, in un certo senso, la retorica sulla responsabilità Esg (Environment, Social, Governance) secondo cui dovrebbe essere il conseguimento di non meglio precisati livelli di "sostenibilità" a rendere un'azienda eleggibile per la ricezione dei crediti legati alla finanza di nuova generazione.
Banca Etica mette in campo i suoi risultati, preferendo parlare di "finanza etica" e andando oltre le maglie della definizione europea di "finanza sostenibile" che, a suo avviso, potrebbe veicolare finanziamenti esclusi dal perimetro del gruppo padovano come quelli della Tassonomia Green della Commissione, includente anche gas e nucleare.
L'impatto sociale di Banca Etica
Le valutazioni di impatto socio-ambientale degli investimenti sono rientrate nel giudizio delle dinamiche decisionali di Banca Etica nel 94,7% dei casi nel 2021. Per fare un paragone, nel 2015 erano al 53,4% e nel 2018 all'80,3%. Nel 2021, si legge nel report, Banca Etica ha erogato crediti per un livello record di 344,8 milioni di euro, portando lo stock circolante complessivo a 1,278 miliardi di euro. L'11% delle operazioni di Banca Etica, azienda con una proiezione societaria essenzialmente italiana, hanno riguardato il Sud del Mondo; il 25% delle imprese aiutate era a conduzione femminile e 10 milioni di euro sono stati rivolti a operazione di microfinanza.
Buona parte delle iniziative hanno riguardato piccole e medie imprese: alle piccole organizzazioni (da 10 a 49 addetti) sono andati 49 milioni di euro. Questa categoria rappresenta il 16%, alle micro organizzazioni (fino a 9 addetti): 99 milioni di euro, in rappresentanza del 70% dei clienti sostenuti. Sul fronte della lotta a povertà e disagio sociale. Nel 2021 Banca Etica ha finanziato per 58 milioni di euro (16,82% dei finanziamenti) 270 organizzazioni che hanno utilizzato il credito ricevuto per finanziare direttamente un’attività di assistenza sociale e inserire 3.854 lavoratori fragili nel mercato, su un totale di 5.911 posti di lavoro generati direttamente dalle attività di Banca Etica.
Il 27,8% dei crediti e dei prestiti ha riguardato progetti di transizione green, il cui impatto sommato a quello dei finanziamenti contro povertà e disagio sociale sfiora dunque la maggioranza assoluta dell'attivo messo in circolazione. Banca Etica rivendica che mille euro di investimenti messi in circolazione in progetti legati all'ambiente, inoltre, consentano di risparmiare 29 tonnellate di rifiuti recuperati o riciclati, 40 Ettari coltivati a biologico, 38 tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Un dividendo ambientale che è possibile in quanto altra faccia della medaglia del dividendo finanziario prodotto. Ma che rappresenta un risultato rivendicato dal gruppo. Molto? Sicuramente un punto di partenza. Più della retorica sulla finanza sostenibile, in sostanza, è della finanza etica attenta ai criteri della sostenibilità economica che il nostro sistema ha bisogno. Banca Etica lo ha compreso: ora si aspettano le mosse degli altri attori per una piena evoluzione del sistema-Italia in questo terreno.
Del resto, con la tassonomia europea che presto obbligherà a definire con precisione il perimetro di cosa è sostenibile e cosa no l'analisi dell'impatto delle politiche di finanza innovativa e di ultima generazione sarà per molti istituti un obbligo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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