Antonio Signorini
da Roma
«Non ci sarà nessun taglio, né nuove tasse». La copertura della Finanziaria 2006 sarà trovata riducendo il tendenziale, vale a dire ridimensionando le spese aggiuntive previste a legislazione vigente. Giulio Tremonti ha scelto gli schermi di Canale 5 e la trasmissione Matrix condotta da Enrico Mentana per rompere il silenzio sulla Finanziaria 2006. Il ministro dell'Economia ha ammesso di aver cominciato a studiare il disegno di legge che sarà presentato giovedì al consiglio dei ministri solo da ieri pomeriggio. «Ma molto del lavoro», ha ammesso, «è già stato fatto». Confermata la rinuncia al cosiddetto metodo Gordon Brown (che consiste in un taglio generalizzato delle spese per il 2 per cento) per una politica di riduzioni mirate di quei budget della pubblica amministrazione che sono aumentati troppo. «Alcune spese aumenteranno, altre diminuiranno» rispetto alle previsioni di spesa. Quello che è certo che per spese come la sanità o le pensioni non ci saranno sforbiciate. Tremonti non è entrato nei dettagli delle misure, fatta eccezione per un accenno ad una forma di compensazione per i risparmiatori rimasti scottati dalle vicende di risparmio tradito che insieme ai denari risparmiati «hanno perso qualcosa della loro vita ; è giusto che la collettività se ne faccia carico». Tremonti non ha fatto accenno alla entità complessiva della manovra, che dipende dalla «sintesi» delle varie richieste che arriveranno nella sua scrivania. Però ha confermato la «base» della finanziaria, cioè la manovra da «12- 12,5 miliardi» per rientrare dell'extradeficit e attestare il rapporto tra indebitamento e PIl al 3,6 per cento come ci chiede Bruxelles. Una conferma che esclude le stime fatte ieri dal Fondo monetario internazionale secondo il quale sarebbe necessaria una correzione più consistente. La finanziaria è ancora in via di definizione. Ieri i partiti di maggioranza hanno formalizzato le loro richieste al ministro Tremonti. Per An, Gianni Alemanno e Gianfranco Fini hanno ribadito al superministro l'armonizzazione della tassazione delle rendite finanziarie. Alemanno ha spiegato che An sta «lavorando d'intesa con il ministro Tremonti per mettere nella legge finanziaria delle norme che colpiscano la speculazione salvaguardando il risparmio». In altre parole il partito di Fini si propone di colpire i grandi speculatori facendo salvi i piccoli bot people, così come le plusvalenze di chi investe somme modeste nel mercato finanziario o i «cassettisti» che acquistano azioni e le tengono per lungo tempo. Anche Udc e Lega hanno la loro liste di richieste. Ed è probabile che il conto finale sia più salato dei 20 miliardi preventivati da Siniscalco. Il viceministro alle Attività produttive Adolfo Urso (An) ha stimato 25 miliardi in tutto. Tra le altre ipotesi circolate nelle ultime ore c'è un nuovo aumento delle pensioni minime da 516 a 600 euro mensili. Oltre alle richieste dei partiti di maggioranza e dei ministri peseranno anche le richieste delle parti sociali. Ieri, dopo lo scetticismo dei sindacati, anche Confindustria ha espresso dubbi sulle potenzialità della manovra. «È una Finanziaria - ha detto il presidente Luca Cordero di Montezemolo - su cui siamo in ritardo. Dobbiamo aver chiaro quello che ci aspettiamo e che chiediamo da tempo come industriali e imprenditori: meno Irap». Il ministro al Welfare Roberto Maroni ha replicato a Montezemolo osservando come ormai sia prassi che la Finanziaria venga approvata a ridosso della scadenza.
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