Almeno su un paio di cose, Fini è di parola. La prima: il Fli voterà contro il governo e con la sinistra ogni volta che lo vorrà.La seconda:l’Italia deve abbandonare la linea dura sugli sbarchi dei clandestini e il loro rimpatrio. Lo aveva detto tre giorni fa e lo ha fatto, ieri, ostacolandola maggioranzasulla legge che deve regolare i trattati con la Libia per arginare l’immigrazione via mare. Il Fli esulta, i cittadini, le forze di polizia che rischiano la vita per fermare questi disperati, un po’ meno.
Ma pazienza, la guerriglia contro Berlusconi e Bossi scende dai palazzi e si sposta sulla pelle della gente che ha votato questa maggioranza ( Fini e Bocchino compresi) per vedere risolta una volta per tutte la questione dei clandestini, fidandosi anche di una dichiarazione dello stesso Fini che aveva giurato: «Non possiamo accogliere tutti coloro che vogliono venire qui». Ci si può fidare di gente così? Berlusconi ha molti dubbi e anche ieri non li ha nascosti. Aprire una crisi pilotata contando sulla lealtà di Fini è come puntarsi una pistola alla tempia e giocare alla roulette russa ma con l’arma caricata con cinque pallottole su sei.
Ci sono sicuramente meno rischi afarsi sfiduciare e sperare che Napolitano non preferisca la via del ribaltone a quella maestra delle elezioni anticipate. Non lo dice ma ne è convinto anche Umberto Bossi che domani inizia il suo personale tentativo di mediazione tra il presidente del Consiglio e quello della Camera. La cautela dellaLega sullo schiaffo alla legge anti clandestini, un affronto politico ma anche personale al Senatùr, indica che il Carroccio ha subodorato il trappolone del Fli di voler far saltare all’ultimo anche questi incontri. Che invece ci saranno ma che, salvo colpi di scena oggi imprevedibili, non sortiranno alcun effetto.
I cocci, insomma, non sono più ricomponibili. Il mese che manca all’approvazione della legge finanziaria (su questa Napolitano ha detto a tutti che non accetterà giochini) sarà un calvario.
Tempo buttato e che andrà messo sul conto dell’uomo, Fini, che denuncia la lentezza dell’azione di governo. Il quale resta comunque più veloce di quanto sia lui a lasciare la poltrona di arbitro della Camera sulla quale siede ormai da abusivo. Anzi, da clandestino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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