Un passamontagna calato sul viso e un borsone in mano. Pochi istanti. Il tempo strettamente necessario per decidere che era giunto il momento di scatenare la «sua guerra» contro tutto e tutti. Dopodiché Matti Juhani Saari, 22 anni, studente del corso alberghiero alla Vocational school di Kauhajoki, in Finlandia, ha aperto il fuoco contro i suoi stessi compagni, che in aula erano impegnati in un compito in classe. Bilancio: dieci morti e tre feriti. Con l'epilogo più scontato: il colpo alla testa, che alla fine di un'impresa così agghiacciante quanto assurda, il killer si è sparato. E che l'ha portato alla morte poche ore dopo il ricovero in ospedale.
Una strage annunciata. Che ricalca in tutto il suo rituale quella avvenuta circa un anno fa nel Paese. E che il giovane killer, già interrogato avant'ieri dalla polizia per alcuni suoi video inquietanti diffusi in internet, come riferiamo qui accanto, aveva preordinato e minacciato. Sotto choc gran parte degli studenti.
La ricostruzione di quanto avvenuto si deve in gran parte alle dichiarazioni del preside e dei bidelli della scuola professionale. Matti è entrato nell'edificio pochi minuti prima delle undici. «Ho sentito dei colpi di pistola, le ragazze urlavano. Due di loro sono venute da me dicendo che un uomo stava sparando - ha raccontato uno dei custodi della scuola, Jukka Forsberg -. Sono andato dove mi indicavano e ho visto il ragazzo che lasciava una borsa nera nel corridoio. Poi è entrato in una classe e ha chiuso la porta. Sono andato a vedere che cosa succedeva attraverso la porta a vetro e lui ha sparato nella mia direzione. Allora ho chiamato la polizia. Fortunatamente non è riuscito a colpirmi. Mi sparava addosso ma sono riuscito a salvarmi correndo a zig-zag».
Forsberg è quindi uscito dall'edificio per aspettare i soccorsi. «Ho sentito degli spari incessanti. Ha ricaricato la pistola, era ben preparato. Era vestito di nero e si comportava come un militare, muovendosi con calma». «Credevo fosse un adulto - ha aggiunto il custode - poi ho saputo che si trattava di un allievo della scuola, uno dei più grandi. È stato orribile».
Il killer è rimasto almeno mezz'ora all'interno della struttura e avrebbe potuto compiere una strage di ancor più vaste proporzioni dato che - ha rivelato Tapio Varmola, il preside della scuola - aveva con sé anche dell'esplosivo. All'interno c'erano circa 200 persone tra professori e studenti, evacuate dalle forze dell'ordine, mentre un incendio che si è sviluppato all'interno del complesso scolastico, e domato dai vigili del fuoco, sarebbe stato la causa della morte della decima vittima della strage
«Mi sono affacciato alla finestra - ha riferito uno studente - e appena mi ha visto ha cominciato a spararmi addosso. Mi sono messo a correre e fortunatamente sono rimasto illeso». Molti testimoni hanno descritto il killer come estremamente «calmo e determinato». Compiuta la strage, nei concitati momenti che hanno preceduto la sua cattura, il killer ha tentato di uccidersi sparandosi alla testa ma è sopravissuto e, ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Tampere, è morto poche ore dopo in ospedale.
Secondo le prime notizie i feriti sarebbero tre, in gravi condizioni. I ragazzi con le ferite più gravi alla testa e alla pancia sono stati trasportati all'ospedale universitario di Tampere e all'ospedale centrale di Vaasa.
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