La Fiom fa muro sul piano Maroni

La Fiat deve dire chiaramente quanti sono i suoi esuberi strutturali, se no rallenta qualsiasi intervento da parte del Governo. A incalzare ancora una volta la casa torinese è il ministro del Welfare, Roberto Maroni, proprio nel giorno in cui il suo piano di ricollocamento dei cassintengrati over-50 incassa il sì condizionato dei sindacati, con la sola eccezione della Fiom-Cgil. «Le resistenze della Fiat nel definire il numero degli esuberi rallentano inevitabilmente l’intervento del Governo - ribadisce Maroni -; se l’azienda non quantificherà al più presto gli esuberi, renderà impossibile la messa a punto di un piano di intervento da parte nostra». Il ministro ricorda inoltre che «è stata la Fiat a chiedere il nostro intervento. Ma non può pensare che sia prima il Governo a trovare gli strumenti e poi l’azienda a dire quanti sono gli esuberi». E mentre Maroni cerca di «stanare» il Lingotto, i sottosegretari Maurizio Sacconi e Roberto Rosso illustrano il progetto ai rappresentanti sindacali.

Un piano che prevede il sostegno al reddito dei cassintegrati fino alla loro ricollocazione nel mercato del lavoro, cui dovrebbero provvedere le società di outplacement, sentite nei giorni scorsi dallo stesso Maroni. Complessivamente la prima valutazione dei sindacati, eccetto la Fiom, è stata positiva, ma con alcune riserve di non poco conto: innanzitutto la possibilità di raggiungere poi un’intesa con l’azienda.

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