Corteo antirazzista a Firenze dopo il gesto di Gianluca Casseri, che martedì ha sparato contro i venditori ambulanti nel quartiere di San Lorenzo, uccidendo due senegalesi e ferendone tre. Oltre 12mila persone sono scese in piazza: in prima fila gli amici di Modou Samb e Mor Diop che reggono le foto delle due vittime. Su un cartello, accanto all'immagine di Modou ci sono quelle delle moglie e della figlia 13enne e la scritta: "Tredici anni senza vedere la sua famiglia e il suo sogno si è fermato il 13 dicembre". Sull'altro cartello, affianco al volto di Diop, c'è scritto: "Perchè ha scelto solo i senegalesi al mercato?". Dietro cartelli e striscioni della comunità senegalese fiorentina, ci sono i gonfaloni, in primo piano quello della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e della Provincia di Prato.
A sfilare tra i cori "No al razzismo, no al razzismo", anche alcuni politici, come il segretario del Pd Pierluigi Bersani, la presidente del Pd Rosy Bindi, il leader di Sel Nichi Vendola, il segretario del Psi Riccardo Nencini, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. A rappresentare il Pdl ci sono Gianfranco Rotondi, Mauro Curtufo e Franco De Luca. Insieme a loro il ministro della comunicazione e il sottosegretario alla presidenza del consiglio del Senegal.
Un gruppo di antagonisti ha contestato i politici lungo il percorso urlando "Andate via" e "Renzi fascista, sei il primo della lista", ma per il momento non ci sono stati disordini e il corteo procede pacificamente tra le vie di Firenze presidiate da poliziotti in tenuta antisommossa. Tensione solo all'arrivo in Piazza Santa Maria Novella, quando un gruppo di senegalesi ha tentato di uscire dal corteo urlando "Basta razzismo", ma è stato fermato da altri manifestanti che si occupano della sicurezza insieme alle forze dell’ordine. Per precauzione, due blindati della Polizia hanno chiuso via Panzani, la strada che, dalla stazione, consente l’accesso al centro città.
Pierluigi Bersani ha partecipato perché "bisogna avere una reazione sul piano culturale e civile perchè siano bloccati immediatamente i rigurgiti di tipo razzista. Bisogna chiedere alle istituzioni di fare la loro parte reprimendo con severità i fenomeni di terrorismo razzista". Dal canto suo Nichi Vendola crede che la colpa sia anche della politica: "Il razzismo è stato sdoganato dalle classi dirigenti per un tempo lunghissimo. Il linguaggio del potere è stato un linguaggio razzista". Il leader di Sel chiede per questo di "ricostruire il profilo civile dell’Italia accogliente e democratica.
Bisogna liberarci dall’immondizia delle leggi razziali, cancellare la Bossi-Fini e ripristinare la legge Mancino che sanziona penalmente l’istigazione all’odio razziale. Bisogna inoltre riconoscere il diritto di cittadinanza a chi nasce in Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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