Don Gnocchi nasce il 25 ottobre 1902 a San Colombano al Lambro. Il padre Enrico era marmista e la madre Clementina, bravissima sarta, era una donna molto bella, disponibile, con uno spiccato senso estetico. Don Gnocchi cresce in una famiglia serena e riesce ad avere tutto l'amore che un bimbo può desiderare. E' vivace, sensibilissimo e, come ogni bambino, molto irrequieto.
Il padre muore quando Carlo ha due anni. Nella scrittura si nota questa carenza di paternità: le lettere iniziali maiuscole della firma evocano la figura paterna.
La mancanza fisica o psichica di questa figura viene espressa da una eccessiva grandezza di tali lettere. E' un evento che porta il soggetto a sfidare la paternità oppure ad identificarsi in quello stesso ruolo.
Don Gnocchi ha senza dubbio traslato la paternità sui suoi mutilatini come proiezione di una paternità a sua volta "mutilata". Anch'egli, infatti, come i ragazzi dei suoi alpini, è stato "ferito" dalla sorte.
La sofferenza però, sopraggiunta in una natura sensibile, aperta, e affettivamente compartecipativa verso il dolore, lo ha reso capace di vivere in modo empatico l'umanità (vedi gesto curvo con una buona pressione sul foglio). Egli ha saputo trasformare tutto in un atto di solidarietà umana.
Il gesto fluido, il movimento scorrevole, i legamenti eleganti, la morbidezza e la chiarezza delle forme, sono tutti sinonimo di una personalità che esprime la spontaneità di un vissuto interiore che si proietta all'esterno come atto d'amore gratuito e sincero.
Don Carlo ha innato il seme della spiritualità e dell'amore che viene espresso in un'azione d'abnegazione totale, senza alcun atteggiamento plateale. Egli, come un padre amorevole, si adopera per lenire la sofferenza dei suoi ragazzi con un'educazione anche correttiva, ma consapevole del fatto che nell'età della crescita l'unica medicina è essere amato.
La grafia sciolta, con ritmi proporzionati, è il timbro grafico della sua armonia interiore ed esteriore.
E' un esempio che non subisce mode, ma che dovrebbe essere inteso, soprattutto oggi, in un mondo che subisce una cultura egocentrica e individualista, come dono gratuito e altruistico che sembra lanciare un messaggio di consapevole generosità.Evi Crotti
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