In Florida è scontro durissimo su sanità, immigrazione e... "colonie lunari"

Nell'ultimo dibattito in Florida Gingrich strizza l'occhio ai voti dei latinoamericani e incalza Romney dicendogli che è contro l'immigrazione. Lui risponde: "Come faccio a esserlo davvero, mio padre è nato in Messico". Per dieci minuti i candidati parlano delle colonie sulle Luna. Ron Paul, il più anziano, sfida i suoi avversari a una gara di 40 km in bici

In Florida è scontro durissimo su sanità,  immigrazione e... "colonie lunari"
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E' stato un giovedi decisamente infuocato quello della Florida. Almeno per chi ha trascorso la serata, guardando la Cnn per seguire l'ultimo dibattito - svoltosi a Jacksonville - tra i candidati repubblicani in corsa per le primarie. Com'era prevedibile i due che si sono "pizzicati" di più sono Romney e Gingrich. A dare il primo colpo è Gingrich, che accusa Romney di essere contro l'immigrazione. Un tema caldo da queste parti, visto che ci sono moltissimi elettori latinos, in prevalenza cubani. L'ex governatore del Massachussets si difende: "Non sono contro l'immigrazione. Mio padre è nato in Messico...". Poi chiede a Gingrich di scusarsi. E si capisce subito che, da lì a poco, sarà battaglia, dura battaglia (guarda il video).

Preso di mira ancora una volta per la propria dichiarazione dei redditi Romney va al contrattacco. Indovinate di chi? Ovviamente di Gingrich: "Anche lo speaker della Camera ha investimenti di Fannie mae e Freddie mac (guarda il video). In questo paese non castighiamo il successo. Io mi sono guadagnato quello che ho. I miei investimenti sono gestiti da un blind trust". Paradossalmente a finire al centro del battibecco sono anche le future colonie sulla Luna. Si parla di questo insolito argomento per ben dieci minuti.

Gingrich e Romney vanno avanti a sferrarsi colpi per tutte le due ore del dibattito. L'italoamericano Rick Santorum prova a intromettersi nel braccio di ferro e, alla fine, con accanto a sé la madre di 93 anni seduta in platea, assicura: "Ho raccolto più nelle ultime settimane che negli ultimi nove mesi, vado avanti" nella campagna.

Ora tutti corteggiano Rubio

Dato che i voti dei latinos sono molto ambiti - molti pensano che saranno loro l'ago della bilancia - Santorum, Romney e Gingrich corteggiano il giovane senatore Marco Rubio, di origini cubane. Per lui un posto di ministro? Forse qualcosa di più, c'è chi parla del ruolo di vicepresidente. Sarebbe, tra l'altro, un modo furbo di strizzare l'occhio ai Tea Party, che da sempre stravedono per il quarantunenne senatore, considerato l'Obama repubblicano.

Dalla luna alla sanità...

Memore della batosta rimediata in South Carolina Romney nel dibattito è apparso molto più combattivo ed efficace del solito. Respinge senza danni tutte le accuse e se la cava abbastanza bene parlando anche della Luna: "Potrebbero essere una grande idea (le colonie lunari, ndr) ma non è una buona idea", dice Romney, aggiungendo di essere pronto a "licenziare Gingrich se lavorasse per lui e se proponesse di spendere centinaia di miliardi di dollari per le colonie nello spazio". Sin dall'inizio della corsa delle primarie, ma anche da prima, Romney viene accusato di aver adottato, quando era governatore del Massachussets, una riforma pressoché uguale a quella di Obama, basata sull'obbligo dell'assicurazione per coprire le eventuali spese sanitarie. E' Santorum quello che lo mette più in difficoltà. Che a un certo punto prova a togliersi dall'angolo: "Non è il caso di scaldarsi così tanto per questa vicenda"... Ma presto potrebbero rinfacciargli di non voler toccare un tema per lui scottante.

La sfida di Ron Paul

Per quasi tutto il dibattito Ron Paul appare distante. A un certo punto si inserisce nel dibattito facendo uso dell'ironia: "La sanità è più importante dell'esplorazione spaziale. Non dovremmo andare sulla luna ma potremmo mandarci alcuni politici", dice con una simpatica battuta il deputato ultraliberista e libertario, dichiarandosi ben disposto a presentare tutti i propri esami medici se dovesse essere eletto.

Paul ci tiene, tra l'altro, a far sapere che se dovesse vincere le elezioni sarebbe fra i presidenti più anziani (76 anni). Ma l'età non deve essere un limite. Lui, infatti, sicuro di sé più che mai, sfida gli altri candidati a una gara di 25 miglia (40 km) in bicicletta.

 

 

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