Antonella Aldrighetti
Il piano di riordino del centro storico che dovrebbe favorire la politica dellaccoglienza del salotto della città si porta dietro una scia di polemiche. Difficile mediare tra le esigenze degli esercenti e quelle dei residenti in particolare a Campo de Fiori, piazza delle Coppelle e a Testaccio. Il Campidoglio sta procedendo ad organizzare i primi incontri formali con la categoria ma il vero e proprio riassetto del comparto commerciale ancora langue. Mentre occorrerebbe «ridare un senso concreto e quindi lustro allallestimento dei cosiddetti salotti di Roma con la massima attenzione al territorio - come auspica il presidente di Confcommercio Roma e Lazio Cesare Pambianchi - anche per mediare su quelleterna conflittualità che esiste tra commercianti e residenti».
La ricetta la categoria ce lavrebbe già pronta, tutto sta a mettersi daccordo con i vertici capitolini sulla gestione del suolo pubblico che «è un fenomeno tutto turistico, non dimentichiamo che chi si siede allaperto è comunque un consumatore - ribadisce Pambianchi -. A Roma il turismo cresce e ha bisogno di attenzione. Bisognerà discutere con lassessore al Bilancio, Causi, quello al Commercio, Cioffarelli, e con il vicesindaco Garavaglia. E per aiutare il settore è necessario che venga riadeguato il piano delle fiscalità per Cosap e Tarsu».
Insomma a un anno dallo scadere della legislatura il Campidoglio sembra finalmente intenzionato a far rispettare le regole, compresi i divieti daccesso allisola pedonale di Borgo Pio istituita fin dal 1990. E che sia lora delle risposte concrete, lo crede anche la nuova coordinatrice regionale di Forza Italia Beatrice Lorenzin, che propone di «puntare sul turismo di qualità. La chiave di volta non possono essere solo i dati dellaffluenza. Bisogna proporre - spiega lesponente azzurra - misure adeguate affinché i turisti possano rimanere almeno due giorni in più nella capitale. È necessario rendere fruibile il centro storico con servizi adeguati che da un lato impediscano la fuga dei suoi abitanti e dallaltro siano complementari alle attività dei ristoratori e dei commercianti che esercitano in tutti i quartieri della città».
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