Dalla Fondazione Roma tanti interventi di grande impatto sociale

Sanità, ricerca scientifica, arte e cultura, istruzione, assistenza alle categorie sociali deboli. Sono questi i settori in cui opera la Fondazione Roma. Protagonista di iniziative ad alto valore aggiunto sociale a favore del benessere della collettività, senza soluzione di continuità storica, la Fondazione presieduta da Emmanuele Francesco Maria Emanuele, rappresenta la stagione conclusiva tra l’istituzione del Monte di Pietà di Roma, nato nel 1539 per sconfiggere l’usura, e la Cassa di Risparmio di Roma, che lo incorporò nel 1937. Oggi, nella continuazione di quelle istituzioni, ma innovando fortemente, la Fondazione Roma ha avviato una nuova modalità di intervento, orientata alla realizzazione di iniziative strutturali, la maggior parte delle quali a carattere continuativo, per rispondere alle grandi emergenze del proprio territorio di riferimento. Nella convinzione, dunque, di dover portare a maturazione, calandoli nella realtà contingente, gli obiettivi dei fondatori, la Fondazione Roma ha progressivamente privilegiato un modello operativo che le ha consentito di sviluppare un’autonoma capacità progettuale, che si confronta e interseca con quella degli altri protagonisti del tessuto sociale del territorio per dare forma a interventi di grande impatto sociale.
Ne sono un esempio due importanti progetti avviati quest’anno e per i quali sono stati stanziati complessivamente 30 milioni di euro. Anticipando i bisogni della società civile, infatti, la Fondazione ha sostenuto due settori patologicamente in emergenza: la scuola, in particolare le scuole medie superiori statali, per l’ammodernamento tecnologico funzionale al miglioramento della offerta formativa, e la ricerca scientifica in campo biomedico, nelle aree della terapia cellulare e della medicina rigenerativa, del diabete mellito di tipo 2, del drug design nella terapia delle malattie.
Sempre nei settori dell’istruzione e della ricerca scientifica, la Fondazione Roma sostiene master e corsi di specializzazione in collaborazione con alcuni dei principali atenei romani, e studi sulle cellule staminali e in campo oftalmologico. La Fondazione Roma, inoltre, ha realizzato e sostiene iniziative di provato spessore sociale quali la Fondazione Roma-Hospice, una struttura dedicata all’assistenza gratuita ai malati terminali, di Alzheimer e di sclerosi laterale amiotrofica, oltre a un programma di azione finalizzato alla erogazione di contributi, per complessivi 20 milioni, in favore di strutture ospedaliere pubbliche o private non profit del proprio territorio. Le erogazioni sono rivolte all’acquisto di attrezzature nei settori delle tecnologie biomediche per le patologie cardiovascolari; per la dotazione tecnologica nell’ambito della diagnostica per immagini, con particolare riferimento all’ecografia; nel comparto delle tecnologie biomediche in ambito chirurgico.
A questo si aggiunge il sostegno alle cooperative sociali, per le quali la Fondazione opera attraverso la Fondazione Roma-Terzo Settore. Nel campo dell’arte e della cultura, altre iniziative di grande valenza: la Fondazione Roma-Museo, uno spazio espositivo nel cuore della Capitale dove in questi giorni è possibile ammirare la mostra «Da Rembrandt a Vermeer: valori civili nella pittura fiamminga e olandese del ’600», che include 55 opere della Gamäldgalerie di Berlino, che sta avendo uno straordinario successo di pubblico; e l’Orchestra Sinfonica della Fondazione Roma che ha recentemente concluso una tournee in Cina con la quale la Fondazione Roma ha contribuito alla ricostruzione della regione del Sichuan colpita dal terremoto.
Recentemente, inoltre, è stata istituita la Fondazione Roma-Mediterraneo per lo sviluppo economico, culturale e sociale delle aree del bacino del Mediterraneo, che ha avviato un master per esperti in politiche della pace e un progetto per una mostra virtuale sulle pratiche religiose e filantropiche nell’area. Infine, la Fondazione promuove momenti di riflessione sulle fenomenologie sociali a livello internazionale.

A settembre, infatti, ha dato vita al World Social Summit, un evento che ha riunito intorno al tema della Paura, alcuni tra i più famosi economisti, sociologi, scrittori e premi Nobel del mondo - tra cui Jacques Attali, Anthony Giddens, James Hillman, Gary Baker e Zygmunt Bauman - in una tre giorni di dibattiti che ha attirato studiosi, politici e personalità del mondo della cultura e del no-profit.

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