Milano - "Una manovra ordita da più soggetti per impedire dolosamente la presentazione delle nostre liste". Così il presidente della Regione Roberto Formigoni in una conferenza stampa sull’esclusione del suo listino dalle regionali. Poi rilancia: dal controllo effettuato dagli esponenti della lista Formigoni sulle firme a sostegno della candidatura di Filippo Penati alle prossime regionali, risulta che quest’ultima "non può essere ammessa".
Formigoni denuncia la lista Penati Le firme a sostegno della lista Penati per le elezioni regionali in Lombardia non sono sufficienti. Formigoni ha spiegato che da un controllo fatto questa mattina presso il tribunale di Milano sulle altre liste ammesse alle elezioni, "448 firme non sono valide, portando il numero delle firme a meno delle 3.500 necessarie". Formigoni ha anche denunciato le irregolarità gravi compiute dall’ufficio centrale della Corte d’Appello di Milano che ha accettato il ricorso dei Radicali e ha compiuto atti che non erano in suo potere, dando accesso al Partito radicale alle liste del Pdl, "lasciando nelle loro mani più di dieci ore senza avvisarci". I Radicali, secondo Formigoni, avrebbero potuto compiere qualunque attività manipolatoria compresa la sottrazione di documenti. Formigoni ha anche annunciato che verrà rappresentata denuncia alla Procura della Repubblica di quanto accertato dai delegati del Pdl durante il controllo effettuato oggi in tribunale.
La manipolazione delle liste Pdl Formigoni ha spiegato che le liste del Pdl sono state manipolate e che mancano dei documenti che invece erano stati presentati, la cui sottrazione ha causato l’annullamento delle firme stesse. I rappresentanti del Pdl, ha continuato Formigoni, hanno passato al setaccio le liste degli altri partiti "alla presenza dei loro rappresentanti di lista". Tale controllo ha evidenziato che la lista Penati presidente ha un numero di firme valide inferiore alle 3.500 necessarie e che quindi "la lista Penati non può essere ammessa alle elezioni regionali". Formigoni ha poi sottolineato che "la situazione si è ribaltata" e che quanto successo negli ultimi giorni è una "manovra ordita da più soggetti per danneggiare il centrodestra". Formigoni ha poi confermato che con i suoi legali si sta preparando una denuncia da presentare alla Procura della Repubblica.
La replica di Penati "Noi non abbiamo nessuna responsabilità rispetto alla situazione che si è creata - ha replicato Filippo Penati, candidato presidente della Lombardia del Pd - voglio ricordare a tutti che io non ho fatto nessun ricorso. Anzi, mi sono difeso dal ricorso dei Radicali. E abbiamo dimostrato alla Corte d’Appello la regolarità delle firme del mio listino". "Ora - ha poi consluso Penato - se Formigoni è di diversa opinione rispetto al giudizio della Corte d’Appello, faccia valere quello che ritiene un suo diritto nelle sedi opportune".
L'abbraccio degli elettori "Ora e sempre, Roberto presidente", "Roberto uno di noi", "Lasciateci votare Roberto presidente". Sono questi alcuni dei cori intonati oggi in piazza San Babila a Milano, dove è partita la raccolta firme avviata dal centrodestra dopo l’esclusione della lista "Per la Lombardia" di Formigoni. Il presidio, organizzato da Pdl e Lega, ha di fatto "inaugurato" un fine settimana che porterà gazebo del centrodestra nelle piazze di Milano e della provincia per "difendere il diritto di voto" e per "riprendere la campagna elettorale con tutti i protagonisti in gioco". Alla mobilitazione, durante la quale molti studenti universitari hanno sventolato bandiere del Popolo della Libertà e intonato cori a sostegno della riammissione della lista di Formigoni alla competizione elettorale, hanno aderito diversi esponenti del centrodestra milanese e lombardo. "Essere qui oggi - ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Maullu - significa difendere il diritto di voto, quello di poter avere elezioni che vedano tutte le forze confrontarsi in maniera democratica, significa soprattutto stare vicini a Roberto Formigoni che rappresenta 15 anni di dinamismo che la Regione Lombardia ha avuto grazie al suo governo". In piazza San Babila anche Matteo Salvini, capogruppo della Lega a Palazzo Marino: "Al di là della forma - ha detto - per la Lega prevale la sostanza di dare una scheda elettorale a nove milioni di lombardi. Sulle polemiche si discute dopo, ma se qualcuno si attacca al cavillo c’è anche qualcuno che il cavillo lo ha permesso".
Inchiesta aperta a Milano La procura di Milano aprirà un’inchiesta sulle firme raccolte dal Pdl a sostegno della lista. Si tratta di un atto dovuto in seguito all’esposto presentato dai radicali. Con la denuncia viene richiesta anche una perizia calligrafica.
Toccherà alla magistratura verificare eventuali irregolarità in ordine a reati di falso in atto pubblico e falsità ideologica. L’esposto, finito sul tavolo dell’aggiunto di turno Armando Spataro, sarà dato domani all’aggiunto Edmondo Bruti Liberati, responsabile del dipartimento pubblica amministrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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