Foto-denuncia dei tassisti contro il collega «abusivo»

Foto-denuncia dei tassisti contro il collega «abusivo»

Una sanzione non gli era bastata. Nonostante i sigilli al tassametro, l’autista del taxi era tornato a prestare servizio all’aeroporto di Malpensa. E a denunciarlo sono stati i suoi stessi colleghi, tre dei quali hanno presentato un esposto con tanto di fotografie in cui la vettura che avrebbe duvuto restare ai box veniva ripresa davanti allo scalo, pronta a caricare passeggeri. A fronte della denuncia, il Comune ha provveduto a sospendere la licenza del tassista per 37 giorni. Il conducente ha fatto ricorso al Tar. E, nonostante le prove schiaccianti a suo carico, ha vinto. Il motivo? «I regolamenti comunali - si legge nella sentenza del Tar depositata pochi giorni fa - non possono autonomamente disciplinare la materia delle sanzioni». E poiché il caso in questione non è previsto nei regolamenti statali e regionali, il ricorso del tassista «abusivo» è stato accolto.
La storia è tutta nelle carte depositate dai giudici di via Corridoni. F.G., conducente dell’auto bianca, viene sospeso una prima volta dal servizio tra il 2 e il 24 marzo dello scorso anno. Il 23 dello stesso mese, al Settore trasporti del Comune arriva una segnalazione scritta e firmata da alcuni tassisti, corredata da diverse fotografie, che immortalano F.G. all’aeroporto di Malpensa. Palazzo Marino decide la sospensione per 37 giorni. Ma il conducente non si abbatte. E presenta ricorso al Tar.
Il tribunale amministrativo sembra confermare l’accusa su tutta la linea. «Le immagini allegate all’esposto - si legge nella sentenza - mostrano la vettura del ricorrente inequivocabilmente identificata dal numero di targa, senza esposizione del contrassegno del numero di licenza».

E allora? Allora, secondo i giudici il regolamento comunale conferisce all’amministrazione «un’ampia e generica facoltà sanzionatoria» che viola le disposizioni statali e regionali in materia, ferme invece a pochi casi: l’obbligo di dotazione di tassametro omologato, divieto di ulteriori oneri per l’utente oltre al costo della corsa, obbligo della prestazione del servizio. E «tra il contenuto dei regolamenti comunali non rientra la definizione delle sanzioni». Nonostante tutto, dunque, il tassista più furbo degli altri torna in strada.

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