Franca Valeri e Gianrico Tedeschi a «180 anni» aprono la stagione teatrale 2011

I due grandi vecchi della prosa italiana, entrambi milanesi, entrambi nati nel 1920 (a tre soli mesi di distanza l'uno dall'altra) l'11 gennaio torneranno contemporaneamente a calcare il palcoscenico. Lei al Valle di Roma, in un'opera di cui è anche autrice, lui al Piccolo di Milano con un testo dell'inglese Edward Bond

Centottant'anni, l'età di un'intera compagnia. Li mettono invece insieme da soli due giganti della prosa Gianrico Tedeschi e Franca Valeri: entrambi milanesi, entrambi nati nel 1920, 20 aprile lui, 31 luglio lei, ed entrambi aprono la stagione teatrale 2011. Per una curiosa e casuale coincidenza il loro debutto avviene contemporaneamente lo stesso giorno, l'11 gennaio. Il primo a Milano, al Piccolo Teatro Giorgio Strehler, la seconda a Roma, al Teatro Valle. Segno della indistruttibile tenacia della vecchia guardia di artisti che onora la professione dell'attore.
Il decano Tedeschi iniziò per puro caso a recitare quando, rinchiuso in un campo di prigionia durante la guerra, si esibì nella parte di Enrico IV nell'opera di Shakespeare. Per passare il tempo. E farlo passare ai suoi compagni di sventura. Studente alla facoltà di Magistero della Cattolica di Milano, a conflitto iniziato era infatti stato chiamato alle armi come tenente degli alpini per la Campagna di Grecia. Fatto prigioniero dopo l'8settembre, venne internato nei campi di Beniaminovo, Sandbostel e Wietzendorf, dove conobbe un altro internato destinato a diventare celebre, Giovannino Guareschi. Al suo ritorno in Italia si iscrisse all'Accademia di arte drammatica di Roma ed esordì proprio con Strehler, regista a cui è stato poi stato dedicato il Piccolo. Attore eclettico, in questi quasi 70 anni di carriera, ha saputo passare dal drammatico al brillante con estrema disinvoltura. Negli ultimi dieci anni in particolare, nonostante l'età avanzata non ha mai smesso di recitare e ora si presenta come interprete di «The Company of Men», novità per l'Italia, dell'inglese Edward Bond, regista Luca Ronconi. Si tratta di un dramma molto attuale sul capitalismo che si autodistrugge in cui Tedeschi ha la parte di un grande finanziere.
Di appena tre mesi più giovane, Franca Maria Norsa, in arte Valeri, è forse una delle più grandi attrici italiane del Novecento, soprattutto nelle parti comiche. Divenne famosa nel primo dopoguerra grazie al successo del trio «I Gobbi» con il marito Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, più tardi sostituito con Luciano Salce. Ha poi portata la sua personalità e la sua verve anche al cinema tenendo testa a mostri sacri come Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Totò, Vittorio De Sica, Peppino De Filippo. Praticamente il Ghota del teatro italiano. Franca Valeri sarà interprete di una novità di cui lei stessa è l'autrice: si intitola «Non tutto è risolto» con regista Giuseppe Marini che l'ha già diretta ne «Les Bonnes» di Genet. La Valeri, che nei giorni scorsi è stata festeggiata dal teatro italiano in una straordinaria serata-omaggio, sarà impegnata insieme agli attori Licia Maglietta, Urbano Barberini e Gabriella Franchini.


L'evento romano, come quello milanese, si annuncia come esempio della tempra di due attori che non si pongono limiti, forti della loro personalissima classe e della volontà di continuare a mettersi in gioco, incuranti di tutto quello che la vecchiaia comporta, specie per una categoria come quella degli attori che devono fare i conti con la memoria.

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