Parigi - L’espulsione dei rom dalla Francia è "razzismo inaccettabile", "rivela uno scenario da guerra civile", "è scioccante e indegno per la democrazia", "non migliora la sicurezza dei francesi". Cresce in Francia la polemica sul giro di vite imposto dal presidente Nicolas Sarkozy su nomadi e rom, con sgomberi di campi abusivi e il rimpatrio, da domani, dei loro abitanti di origine straniera.
I rimpatri decisi dal governo Parigi, per bocca del ministro dell’Interno Brice Hortefeux, ha annunciato l’intenzione di rimpatriare circa 700 rom verso Romania e Bulgaria entro la fine del mese. Il primo volo partirà oggi, il secondo il 26 agosto, mentre un terzo è previsto alla fine di settembre. Decisione su cui oggi è arrivato il monito della Commissione europea, attraverso il portavoce della commissaria alla giustizia e al rispetto dei diritti umani, Viviane Reding. La Francia, ha affermato, "deve rispettare le regole che riguardano la libertà di circolazione e la protezione dei cittadini europei". Immediata la replica di Parigi: "Le misure decise dalle autorità francesi - ha detto il portavoce del Quai d’Orsay, Bernard Valero - sono pienamente conformi alle regole europee e non portano alcun attacco alla libertà di circolazione dei cittadini dell’Ue, come definite nei trattati".
La polemica in Francia "Lo scopo di tutta quest’operazione è che ci sia una violenta polemica - spiega il centrista Francois Bayrou - L’idea è di trasmettere il messaggio che insicurezza è uguale a immigrazione". Per lui "la politica di sicurezza del Paese deve essere completamente ripensata". "Le derive xenofobe a cui è giunto il potere del presidente francese Nicolas Sarkozy sono di una gravità estrema", ha commentato Pierre Laurent segretario nazionale del Partito Comunista francese (Pcf). Le espulsioni dei rom secondo Laurent rivelano "una forma di razzismo inaccettabile" nei confronti dei francesi di origine straniera, e "l’obiettivo di quest’operazione nauseabonda è di mascherare la tripla menzogna di una politica in caduta libera nei sondaggi". Anche per il deputato Patrick Braouezec, un ex del Pcf, "la situazione si è degradata", diventando "un’escalation di azioni e frasi che rivelano una situazione da guerra civile» che è ’indegna per la democrazia".
Intanto, il quotidiano Le Monde in un articolo non si è fatto scappare un ironico scherzo del destino e dell’onomastica: il cognome del capo dello stato francese, di origini ungheresi, è uguale a quello del più noto portavoce della comunità rom in Austria, Rudolf Sarkozi, nato in un lager nel 1944.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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