Francia, gli studenti daranno del «voi» ai docenti

Dopo il primo video-sexy (quello dove gli studenti «giocavano» col perizoma che le spuntava dai pantaloni) dichiarò con imbarazzante contraddizione: «Non mi sono accorta di nulla, ma quando mi sono sentita le mani addosso, l’ho subito riferito al preside esigendo che i responsabili venissero puniti».
Il suo avvocato difensore aggiunse severo davanti alle telecamere di Sky 24: «Ci riserviamo di denunciare chi ha diffuso il video su internet».
Nel frattempo, però, sotto inchiesta (una della magistratura e una del ministero dell’Istruzione) è finita lei: la professoressa di Monteroni di Lecce, diventata un mito su Youtube; un cult imperdibile per i web-cacciatori di «pazzie scolastiche» che da ieri rischiano il «crampo del mouse», dopo che in rete è spuntato un secondo filmino hard, anch’esso registrato in classe col cellulare.
Le immagini dello «scandalo-bis» durano 15 secondi, durante i quali un ragazzo si avvicina alla professoressa (che sta chiacchierando al telefonino) e le palpeggia il sedere mimando un atto sessuale: un concentrato malizioso alla Alvaro Vitali che ha reso la lezione della «prof a luci rosse» il video pecoreccio più cliccato tra la community studentesca.
Oggetto delle centinaia di post lasciati su Youtube: l’imperturbabilità della docente a fronte della volgare esibizione del suo alunno. Anche se va sottolineato come la brevità del video (a differenza di quello del celebre perizoma che durava molto di più) non consenta di verificare compiutamente le sue eventuali reazioni: la sequenza si conclude con la professoressa che interrompe la conversazione al telefonino e il ragazzo che si allontana.
Ma legato a questo secondo video c’è un risvolto curioso: a consegnare le immagini nei mesi scorsi a Pm e Gip sarebbero stati proprio i legali della docente salentina prima dell’udienza in cui fu decisa la sua sospensione dall’incarico per due mesi.
L’esibizione del secondo filmato farebbe parte di una «strategia difensiva» che avrebbe dovuto testimoniare quanto asserito dalla professoressa dopo la divulgazione del primo filmino, che cioè «si trattava di pura goliardia da parte di studenti indisciplinati e non di veri e propri palpeggiamenti».
Questa strategia difensiva, tuttavia, non ha raggiunto il fine che si proponeva, anzi avrebbe peggiorato la situazione della donna confermando «la piena coscienza da parte dell’insegnante di quello che stava accadendo». Fatto sta che la donna resta indagata per corruzione di minorenni e di atti sessuali con minori.
Due imputazioni gravi, ma sproporzionate rispetto a quanto è accaduto: qui infatti ci troviamo probabilmente dinanzi a una docente che, per rendersi «simpatica» e apparire «moderna» agli occhi dei ragazzi, ha tollerato ciò che non doveva essere tollerato: insomma, una docente forse inadeguata al suo ruolo, ma certo non una «corruttrice sessuale di minori».


L’inchiesta penale, alla luce di questa nuova divulgazione su internet, cercherà ora di risalire all’identificazione di chi ha messo in rete il secondo filmato allungando probabilmente i tempi di rientro in classe della docente sotto accusa che sperava di risedersi in cattedre il 30 maggio, giorno di scadenza della sua sospensione.
Ma dal ministero dell’Istruzione hanno già fatto sapere che «i tempi per un suo eventuale reintegro saranno sottoposti a rigorosa verifica».
Per la professoressa si annunciano vacanze molto lunghe.

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