
Non lo ha saputo mai nessuno, fino a oggi. Pier Paolo Pasolini ebbe una donna segreta; una ragazza, in realtà. Si conobbero negli anni di Casarsa, a partire dal 1948. Lei si era innamorata subito di lui e lo rimase per anni e anni; lui era affezionatissimo a lei, ma non poteva essere altro che un amico. Fino a che lui le confessò in una lettera la sua diversità. Continuarono a vedersi e scriversi fino alla fine degli anni '50. Poi, più niente. Lui divenne Pasolini, destinato alla gloria. Lei una maestrina, confinata nella sua quotidianità. E di quella storia non seppe niente nessuno.
Fino a quando, nel 2022, la ragazza di Casarsa morì. Si chiamava Maria Seccardi e la sua volontà era che solo post mortem fossero resi noti il carteggio e il quadernetto relativo al suo rapporto con Pasolini. È quello che ha fatto sua figlia, Valentina, la quale ha messo a disposizione tutte le carte segrete al «Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa» che le ha affidate a due studiosi impeccabili e a un editore esemplare. Il risultato, eccolo qui. Un libro bellissimo per il lettore e necessario per lo specialista, e che da oggi farà bibliografia: Pier Paolo Pasolini, Lettere a Maria Seccardi (Ronzani editore, pagg. 88, euro 18; a cura di Antonella Giordano e con una prefazione di Franco Zabagli).
Ed ecco la storia.
Pier Paolo e Maria si conobbero, ventenni, in Friuli. Lui era del '22 e dal '28 viveva con la famiglia a Casarsa della Delizia. Lei era del '28, nata a San Vito al Tagliamento. Frequentavano le sagre e i balli festivi dei paesini lì attorno. Passeggiavano, facevano lunghi giri in bicicletta, si parlavano per ore. Lui le regalava libri e la ammaliava, lei era incantata e leggeva tutto. Poi accadde quello che sanno tutti: nell'estate del 1949, alla sagra di Santa Sabina a Ramuscello, Pasolini si appartò con tre ragazzini, per cose di sesso. Ci fu una denuncia per corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico, scoppiò lo scandalo e - prima ancora del processo e la condanna - Pasolini abbandonò l'insegnamento, fu espulso dal Pci per «indegnità morale» e se ne andò via dal Friuli, a Roma. Ma lui e Maria continuarono a ancora a lungo a parlarsi, per lettera, e ogni tanto a vedersi. Della loro storia segreta restano oggi quindici lettere che Pier Paolo scrisse tra il 1948 e il 1959 a Maria Seccardi (che conservò tutto), e solo due di lei a Pier Paolo (che tenne bene poco), più un quadernetto pieno di ricordi e un gruppo di fotografie: gli scatti eseguiti dal pittore Giuseppe Zigaina durante una gita di Pier Paolo e Maria ad Aquileia e a Grado nel '57 e quelli di Tazio Secchiaroli fatti durante le riprese del film Accattone (che uscirà nel '61), per il quale Pasolini fece a Maria addirittura un provino: doveva fare Ascensa, la moglie del protagonista. Come scrive Franco Zabagli nella prefazione in Accattone di Maria non resterà nulla «ma non mancherà nel film il quid antropologico di una ragazza del Friuli, Franca Pasut, a incarnare il personaggio innocente di Stella».
E innocente, puro e tormentato fu il rapporto fra Maria e Pier Paolo. Lo scrittore nelle lettere è affettuosissimo: un po' amante, un po' amico, un po' Pigmalione. Le racconta della fuga, del processo, della «gente che mi circondava, nemica sia a destra che a sinistra»; di quello che fa a Roma («Un'ora a Roma corrisponde a dodici ore friulane»), del fatto che non ha nessuna nostalgia di quei paesi, «che ormai rappresentano tutto il finito, il morto della mia esistenza»; di cosa scrive, dei suoi progetti e le dice che «tu sei stata tanto più poeta di me». Lei ascolta tutto, ma sembra non voler capire quello che lui le dice fra le righe: che non potrà mai amarla come lei desidera e si illude, come poi accadrà con altre sue donne, più celebri. Fino alla lettera - terribile, bellissima - del 30 ottobre 1957 in cui Pasolini si confessa a Maria, mettendosi a nudo. «Io non so come tu abbia fatto e faccia a non sentire o in qualche modo capire che a me è fisicamente impossibile avere rapporto con una donna: Nico te l'avrà spiegato più volte, e penso che tu abbia letto Freud. È un trauma infantile invincibile. Come vedi, dopo tanto tergiversare sono anche troppo brutalmente semplice. Il mio eros è tutto invertito verso i ragazzi: poiché il sesso femminile, nel mio inconscio, che è un caos, è semplicemente il sesso di mia madre, che io ho amato e amo pazzamente, in modo tale da determinarne tutta la vita, da dare alla vita un unico senso. E non si può avere rapporto carnale con la propria madre. Per tutta la vita ho sentito il rapporto carnale con la donna come uno sconvolgente sacrilegio, una ripugnante impossibilità».
Dopo saranno solo scambi brevi, formali, freddi. Fino a un telegramma di una sola riga del 29 settembre '59 per annullare un appuntamento. «Niente più Venezia. Affettuosi saluti. Pier Paolo».
Il sogno impossibile era durato dieci anni.
Di quello che accadde dopo a Pasolini sappiamo tutto.
Di quello che accade a Maria, molto poco. Insegnò l'intera vita nella scuola elementare di Ramuscello; si sposò nel 1961; ebbe una figlia, Valentina. Ed è morta tre anni fa. Fu sempre molto discreta. E siamo certi che continuò sempre ad amare Pier Paolo.
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