Silvio Berlusconi si interessò della sorte di Ruby, fermata dalla polizia per furto nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 e trattenuta in questura a Milano, perché riteneva fosse "una parente di Mubarak".
E' questa la tesi che il legale dell'ex premier, Niccolò Ghedini, ha ribadito nel corso del controesame del vicequestore aggiunto Marco Ciacci, responsabile delle indagini che hanno portato all'iscrizione del Cavaliere nel registro degli indagati per concussione e prostituzione minorile.
Il vicequestore aggiunto Ciacci, su richiesta del pm Antonio Sangermano, ha precisato che nei confronti di Ruby "a partire dal 5 giugno 2010 si registra un interesse da parte di Lele Mora e della figlia". La minore, secondo l'accusa, dopo la notte in via Fatebenefratelli non era più seguita direttamente da Berlusconi e dal consigliere regionale Pdl Nicole Minetti, perché ad occuparsi di lei erano l'agente dei vip e la figlia.
C’erano "una serie di elementi convergenti", tra cui "dichiarazioni" di testimoni, "intercettazioni", appunti "su agende" e "riscontri oggettivi", che dimostravano, all’epoca delle indagini, che Ruby "compiva atti sessuali a pagamento" alle serate ad Arcore, ha spiegato il funzionario della polizia giudiziaria.
La partecipazione a questa serie di eventi, cioè le cene ad Arcore, ha aggiunto l’investigatore, "è stata ricostruita con le intercettazioni e da molteplici conversazioni telefoniche, tra cui una di Ruby con Luca Risso (il suo fidanzato, ndr) del 6 ottobre 2010".
Rispondendo ad alcune domande dell’avvocato Niccolò Ghedini, poi, Ciacci ha spiegato che dopo la famosa notte del 27-28 maggio 2010, quando Ruby venne rilasciata dalla questura, la "presidenza del Consiglio" non intervenne più quando, ad esempio, a giugno fu necessario per tre volte ricollocare Ruby in altre comunità.
Proprio questa circostanza, secondo la difesa, rappresenta la prova che ci fosse la convinzione della parentela con Mubarak, mentre quando successivamente la ragazza fu fermata altre volte dalla polizia (il 5, il 13 e il 27 giugno dello stesso anno) in quelle occasioni non ci fu alcun intervento da parte della presidenza del Consiglio perché Berlusconi, una volta che capì che Karima el Marough aveva mentito sulla sua famiglia non intervenne nuovamente.
La
procura, invece, ritiene (come dichiarato dall’investigatore) che a giugno Berlusconi non fece nulla perché dal 5 di quel mese ormai la ragazza era stata presa in carico dall’agente di spettacolo Lele Mora e da sua figlia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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