Sanità, 340 milioni da restituire al Mef

Funzioni non tariffate. Spese dal 2012 al 2018

Sanità, 340 milioni da restituire al Mef
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Oltre 300 milioni di euro: è quanto dovrà restituire Regione Lombardia allo Stato per aver utilizzato in modo non corretto una parte dei fondi sanitari annualmente trasferiti alla Regione. È quanto è emerso in Commissione sanità del Consiglio regionale durante la discussione dei documenti di bilancio. Il MEF ha contestato a Palazzo Lombardia l'uso di risorse del Fondo Sanitario nazionale per alcune «funzioni non tariffate», cioè erogazioni di denaro per attività non definite attraverso una tariffa. La Regione non poteva utilizzare risorse del fondo per quel tipo di spesa e quindi dovrà restituire quasi 23 milioni l'anno per quindici anni, per servizi erogati tra il 2012 e il 2018. Tre le voci: formazione per gli studenti di medicina, trattamento di anziani in acuzie e formazione degli operatori sanitari per l'uso di farmaci particolarmente costosi: di fatto la Regione avrebbe dovuto finanziare questi servizi attraverso fondi di biancio. «Siamo sereni - replica Marco Bestetti, consigliere regionale Fdi e relatore del pdl Bilancio di previsione 2025-27 - si tratta di servizi e prestazioni offerti ai lombardi per le quali ritenevamo appropriato l'utilizzo del FSN. Se il Ministero fornisce una diversa interpretazione, imputando tali servizi al bilancio proprio della regione, noi ci adeguiamo. Invece di spendere quei soldi negli ultimi 15 anni, li spenderemo nei prossimi 15 senza drammi».

«Regione Lombardia dovrà ora sottrarre risorse ai prossimi bilanci per un uso improprio di fondi che ci riporta ai tempi di Formigoni, perché le funzioni non tariffate furono proprio una delle ragioni per cui quella stagione politica finì male spiegano Carlo Borghetti e Pietro Bussolati, i capidelegazione del Pd in regione rispettivamente nelle commissioni sanità e bilancio -.

La giunta Fontana ha ottenuto di rateizzare la cifra in quindici anni, ma 23 milioni di euro all'anno sono, per intenderci, più di un terzo di quanto la Regione eroga annualmente a tutti i Comuni della Lombardia per i loro servizi alla persona, risorse pari a 60 milioni di euro, tagliate negli ultimi anni».

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