FUORI DALLA NOTIZIA - «Giù le mani dalla spazzatura lunare»

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.

LA NOTIZIA. Il Patrimonio dell'umanità dell'Unesco potrebbe includere in futuro anche una meraviglia extraterrestre. Un comitato di esperti della «Historical Resources Commission» della California ha registrato come patrimonio storico dello stato statunitense i 106 oggetti lasciati sulla Luna dalla missione «Apollo 11», che portò per la prima volta l'uomo sulla Luna il 16 luglio 1969.
L'obiettivo è arrivare in futuro a inserire «Tranquillity Base» (questo il nome che Armstrong diede alla porzione di superficie lunare dove l'«Apollo 11» atterrò) tra i siti patrimonio dell'umanità, al pari della Grande Muraglia e delle piramidi di Giza. «Stiamo dando più valore a questo reperto storico e trasmettendo alla gente, che potrebbe nel futuro viaggiare nello spazio, il senso della sua tutela e conservazione», ha spiegato Lisa Westwood, un'archeologa della squadra di esperti protagonisti dell'iniziativa.
La lista è stata stilata accuratamente per comprendere solo gli oggetti - quindi non il suolo e nemmeno le impronte lasciate dagli astronauti -, perché le leggi internazionali vietano a qualsiasi Stato di vantare diritti sulla superficie lunare. Tra gli oggetti, sparsi su una superficie di un centinaio di metri, figurano il modulo utilizzato per lo sbarco e la bandiera Usa piantata dagli astronauti Neil Armstrong e «Buzz» Aldrin; ma anche uno strumento per registrare i lunamoti e uno speciale specchio usato per misurare la distanza dalla Terra. Non manca la «spazzatura» lasciata dagli astronauti per alleggerire il peso della navicella: stivali, scatolette vuote di cibo e sacchi di rifiuti.
Secondo quanto riferito da Lisa Westwood, il gruppo cercherà di coinvolgere nell'iniziativa gli altri stati Usa che contribuirono significativamente al programma spaziale, cioè New Mexico, Texas, Alabama e Florida. Il passo successivo sarà cercare di includere la «Tranquillity Base» nel Patrimonio dell'umanità, che vanterebbe così per la prima volta un sito storico extraterrestre. (fonte: Ansa-Reuters, 30 gennaio 2010)

FUORI DALLA NOTIZIA. Giganti a confronto in tribunale. La causa intentata dall'Ugesco nei confronti dell'Unesco in merito alla proprietà degli oggetti di origine terrestre abbandonati sul suolo lunare verrà discussa da domani in una località segreta dell'universo.
Come si ricorderà, l'Unesco (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) si era alcuni anni fa «appropriato» di alcuni «reperti» risalenti all'alba delle missioni spaziali terrestri, per la precisione quelli lasciati sulla Luna nel 1969 dopo Cristo dagli uomini dell'«Apollo 11». Ma ora l'Ugesco (United Galaxies Educational, Scientific and Cultural Organization), alla luce delle successive «acquisizioni» dell'Unesco, batte i pugni sul tavolo, e rivendica i propri diritti.


«Fino a prova contraria e soprattutto in punto di diritto - ha dichiarato Galileo Hubble, il legale rappresentanto dell'Ugesco - la giurisdizione dell'unione delle galassie è ben più vasta di quella dell'unione delle nazioni di un singolo pianeta. Ergo...».

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