Gabbie salariali: per la Cgia di Mestre si possono mettere in pratica da subito

Secondo il segretario Giuseppe Bortolussi con la contrattazione di secondo livello si potrà recuperare immediatamente in busta paga il maggior costo della vita. «È importante Berlusconi e Lega abbiano sollevato il tema».

Le gabbie salariali «se reintrodotte per legge avvantaggerebbero i lavoratori meridionali». Ne è convinto il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, secondo il quale la differenziazione del salario su base territoriale «esiste già visto che i lavoratori del Nord guadagnano oggi mediamente il 30% in più dei colleghi del Sud».
Considerato che la Banca d'Italia ha reso noto nei giorni scorsi che il costo della vita è del 16% circa superiore al Nord rispetto al Sud, aggiunge Bortolussi, «l'introduzione delle gabbie salariali dovrebbe, quindi, far recuperare ai lavoratori dipendenti del Mezzogiorno un differenziale oggi esistente con quelli del Nord di circa 14 punti dato dalla differenza tra i maggiori livelli medi salariali (30%) e il maggior costo della vita (16%) presenti nel settentrione».
La Cgia di Mestre ha valutato anche un'ipotesi alternativa a quella legislativa. «Gli strumenti esistono già e si possono mettere in pratica da subito», ha sottolineato il segretario.
Nei prossimi mesi circa la metà dei dipendenti italiani, pari a 12,7 milioni di lavoratori, sarà chiamato a rinnovare il contratto di lavoro. «Grazie alla contrattazione di secondo livello si potranno aumentare i livelli salariali recuperando produttività e maggior costo della vita lasciando al sistema delle relazioni sindacali il compito di raggiungere questo obiettivo», afferma Bortolussi. Per il pubblico impiego, invece, «è possibile inserire elementi di differenziazione salariale che vadano a vantaggio dei lavoratori del Nord».
La Cgia di Mestre, comunque, ritiene di fondamentale importanza che sia la Lega Nord sia il presidente del Consiglio Berlusconi abbiano sollevato il tema dei salari e degli stipendi dei lavoratori dipendenti.

«Se i lavoratori del Sud recupereranno una parte del differenziale esistente con il Nord - conclude Giuseppe Bortolussi - questo non potrà che avvantaggiare tutto il Paese. Sia perché aumenteranno i consumi nel Mezzogiorno, notoriamente molto contenuti, sia perché si contribuirà a frenare la migrazione dei lavoratori privati meridionali verso il Nord».

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